Il ciclo di riflessioni quaresimali con le parole di Francesco e Chiara prosegue in questi giorni della Settimana Santa con nuovi appuntamenti quotidiani.
di Monica Cardarelli
La Settimana Santa rappresenta il culmine della Quaresima e segna, giorno dopo giorno, l’avvicinarsi al mistero pasquale. Anche noi vogliamo proporre tutti i giorni di questa settimana una breve riflessione che scandisca il susseguirsi degli eventi della passione di Cristo e del suo amore per l’uomo, partendo sempre dalle parole di Francesco e Chiara.
“Tu sei bellezza”, scrive Francesco rivolgendosi a Dio. Nella Domenica delle Palme si ricorda l’entrata trionfante di Cristo a Gerusalemme, anche preludio però della sua passione. È significativo e impressionante l’accostamento tra trionfo e via crucis, festa e dolore, acclamazioni e tradimenti. La bellezza di Cristo che entra in Gerusalemme acclamato dalle folle è trasfigurata pochi giorni dopo dalla corona di spine. Dalla bellezza splendente del Tabor al sangue del Getsemani, dagli onori tributati dagli uomini alle umiliazioni subite, la Sua bellezza non sarà intaccata.
“Con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto si è donato. La sua bellezza ammirano il sole e la luna; i suoi premi sono di pregio e grandezza infiniti.”, così scrive Chiara ad Agnese di Praga nella III Lettera. Una bellezza però che ricorda anche tutta la sofferenza: “Vedi che Egli per te si è fatto oggetto di disprezzo, e segui il suo esempio rendendoti, per amor suo, spregevole in questo mondo. Mira, o nobilissima regina, lo Sposo tuo, il più bello tra i figli degli uomini, divenuto per la tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato e percosso e in tutto il corpo ripetutamente flagellato, e morente perfino tra i più struggenti dolori sulla croce. Medita e contempla e brama di imitarlo”. Un volto e un corpo trasfigurati che rinnovano la sofferenza in tutte le vite sofferte e sfigurate, rese disumane dalla guerra, dalla violenza e dai soprusi.
Oggi, nella Domenica delle Palme, ricordiamo solo la bellezza di Cristo che entra osannato in Gerusalemme, mentre domani ricorderemo il suo volto rigato di sangue, sempre sapendo però che ritroveremo la sua bellezza nelle donne che accorrono al sepolcro, nello spezzare del pane dei discepoli di Emmaus e, ogni volta che vogliamo, nel Suo corpo donato per noi.
Per leggere tutte le riflessioni del ciclo quaresimale, cliccate sull'etichetta famiglia francescana
di Monica Cardarelli
La Settimana Santa rappresenta il culmine della Quaresima e segna, giorno dopo giorno, l’avvicinarsi al mistero pasquale. Anche noi vogliamo proporre tutti i giorni di questa settimana una breve riflessione che scandisca il susseguirsi degli eventi della passione di Cristo e del suo amore per l’uomo, partendo sempre dalle parole di Francesco e Chiara.
“Tu sei bellezza”, scrive Francesco rivolgendosi a Dio. Nella Domenica delle Palme si ricorda l’entrata trionfante di Cristo a Gerusalemme, anche preludio però della sua passione. È significativo e impressionante l’accostamento tra trionfo e via crucis, festa e dolore, acclamazioni e tradimenti. La bellezza di Cristo che entra in Gerusalemme acclamato dalle folle è trasfigurata pochi giorni dopo dalla corona di spine. Dalla bellezza splendente del Tabor al sangue del Getsemani, dagli onori tributati dagli uomini alle umiliazioni subite, la Sua bellezza non sarà intaccata.
“Con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto si è donato. La sua bellezza ammirano il sole e la luna; i suoi premi sono di pregio e grandezza infiniti.”, così scrive Chiara ad Agnese di Praga nella III Lettera. Una bellezza però che ricorda anche tutta la sofferenza: “Vedi che Egli per te si è fatto oggetto di disprezzo, e segui il suo esempio rendendoti, per amor suo, spregevole in questo mondo. Mira, o nobilissima regina, lo Sposo tuo, il più bello tra i figli degli uomini, divenuto per la tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato e percosso e in tutto il corpo ripetutamente flagellato, e morente perfino tra i più struggenti dolori sulla croce. Medita e contempla e brama di imitarlo”. Un volto e un corpo trasfigurati che rinnovano la sofferenza in tutte le vite sofferte e sfigurate, rese disumane dalla guerra, dalla violenza e dai soprusi.
Oggi, nella Domenica delle Palme, ricordiamo solo la bellezza di Cristo che entra osannato in Gerusalemme, mentre domani ricorderemo il suo volto rigato di sangue, sempre sapendo però che ritroveremo la sua bellezza nelle donne che accorrono al sepolcro, nello spezzare del pane dei discepoli di Emmaus e, ogni volta che vogliamo, nel Suo corpo donato per noi.
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