Già iniziate le proteste che fanno capo a Occupy Wall Street, oggi a Chicago parte il vertice Nato
Radio Vaticana - Nella capitale dell’Illinois sono arrivati 50 capi di Stato e di governo, oltre a quelli dei Paesi del G8, provenienti da Camp David. La crisi globale dell'economia resta sullo sfondo, ma i riflettori saranno puntati sul piano di ritiro internazionale dall’Afghanistan e sulla difficile transizione che si prospetta. Proprio a Camp David, intanto, si è chiuso il summit degli 8 “grandi” della terra, con “un consenso” sul capitolo economia: nella bozza finale si legge che l’imperativo "è promuovere la crescita e l'occupazione". Sarà stata l’atmosfera informale di Camp David, l’assenza di cravatte e la lontananza dai riti ufficiali della capitale, ma almeno all’apparenza il pressing sulla Germania sembra aver funzionato. Così il documento finale del G8 menziona la necessità di riforme che aumentino la produttività e la domanda attraverso investimenti nel campo delle infrastrutture. Insomma, una politica di crescita. Una vittoria dell’asse Francia-Usa, Hollande-Obama, con il premier italiano Monti nel ruolo di mediatore con Berlino. Un Obama soddisfatto invita i convitati a sorridere per la foto di rito: spera che i nuovi equilibri europei favoriscano la flebile ripresa americana e non interferiscano sulle elezioni di novembre. Ma, dopo le buone intenzioni, la prova del nove sarà il vertice di Bruxelles del 23 maggio: solo allora si potrà capire se l’Europa è davvero pronta a parlare di investimenti pubblici ed eurobond. Per concludere sarebbe da ricordare un dato: il gruppo del G8 è cresciuto dal 2008 dell’8 per cento; quello del G20 che comprende le economie dei Paesi emergenti, del 36 per cento. Crisi europea o no, il mondo è già cambiato.
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