Bene i sostegni statali ma la vera svolta al mercato può essere data dai produttori
GreenReport - Secondo i dati forniti da Focus2Move una società di ricerca e consulenza nel settore auto motive e mobilità, l'industria automobilistica nel primo trimestre del 2012 ha fatto registrare, a livello globale, una crescita del 4,1% rispetto all'anno precedente con 19,8 milioni di veicoli venduti, dato che pare in linea con le previsioni degli analisti. L'Italia è invece in netta controtendenza poiché nel nostro Paese in base ai dati Unrae "Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia"nei primi quattro mesi del 2012 è stato registrato un calo di immatricolazioni di oltre il 20% rispetto all'anno precedente, con tutto ciò che ne consegue anche in termini economici e di perdite per lo Stato.
Ma quello che ci preme sottolineare del report fornito da Focus2Move, è la classifica dei modelli più venduti. Nella top ten figura al primo posto la Toyota Prius, con oltre 256.000 auto nuove immesse in strada (tra le prime 20 non figurano auto italiane). Vorremmo pensare che il dato indichi una rinnovata attenzione all'ambiente da parte dei consumatori. Questa motivazione non può certo essere esclusa ma più probabilmente sono le questioni economiche ad aver alimentato il mercato delle auto a basso impatto.
Intanto l'exploit di questo modello è dovuto ad un incremento di richieste nel mercato giapponese (anche se le vendite sono andate molto bene pure nel mercato americano) dove il noto veicolo ibrido era già leader da anni. L'ulteriore incremento delle vendite è dovuto al fatto che il governo di Tokio ha introdotto incentivi particolarmente favorevoli per le auto a basse emissioni (Toyota Prius offre uno dei più bassi livelli di emissioni di CO2). Il costo elevato del carburante "tradizionale" (benzina, gasolio) può essere un'altra motivazione per cui la richiesta di veicoli che utilizzano fonti energetiche meno costose sia in aumento. A conferma di ciò, l'incremento che c'è stato in Italia della richiesta di auto a Gpl e metano che hanno costi inferiori a benzina e gasolio e comunque hanno anche un impatto minore sull'atmosfera.
Una conferma del successo delle auto green arriva anche dalla Norvegia dove negli ultimi 6 mesi i veicoli elettrici hanno raggiunto una quota di mercato del 2%, con oltre 1.000 auto vendute e lunghe liste d'attesa per averle. Tra le auto più vendute nel mercato norvegese la Nissan leaf si è posizionata al 17 posto (classifica riferita al primo quadrimestre del 2012).
Il dato è di tutto rilievo considerato che si tratta di un'auto elettrica e che questo mercato pur in dimensioni ridotte assomiglia molto a quello tedesco dove la fa da padrone la Volkswagen.
E' noto come nei Paesi del Nord Europa ci sia una particolare attenzione all'ambiente (anche se la Norvegia è un paese ricco grazie al petrolio del Mare del Nord), ma la motivazione della svolta green in fatto di auto è dovuta ancora ad un "supporto" esterno: lo stato è particolarmente generoso nel sostenere i veicoli completamente elettrici e agli incentivi di ordine economico aggiunge tutta una serie di "benefit". In Norvegia coloro che acquistano un veicolo elettrico sono esentati dalla tassa di acquisto (che rappresenta una porzione estremamente rilevante del costo totale), non pagano la tassa annuale di circolazione e hanno a disposizione un parcheggio gratuito.
Inoltre, hanno il diritto di utilizzare le corsie riservate agli autobus e, molto più importante, hanno accesso ai punti di ricarica gratuiti che in Norvegia sono numerosissimi (intorno ad Oslo sono disponibili 3.500 punti pubblici di ricarica).
Come dimostrato gli stati possono e devono (nei limiti dei loro bilanci) giocare un ruolo di rilievo nel supportare le auto a basse emissioni, non solo incentivi ma anche la rete di supporto ovvero le colonnine per la ricarica senza le quali almeno le auto totalmente elettriche non hanno chance di vendite su larga scala; la ricerca al fine di migliorare le prestazioni e l'impatto ambientale che comunque sono già di buon livello in alcune auto elettriche, ha ancora ampi margini di sviluppo - ad esempio la questione delle batterie al litio è ancora molto discussa proprio sulla loro sostenibilità - ma sono i produttori di automobili che possono dare la vera svolta "green" al mercato delle auto, svincolandosi dalle lobby del petrolio. Per ora purtroppo i segnali in tal senso sono modesti.
di Federico Gasperini
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