L'autore della sottrazione di documenti riservati è Paolo Gabriele, aiutante di camera del Papa, 46 anni, romano, sposato e padre di tre figli. Rischia fino a 30 anni di reclusione. Il sospetto è che dietro a questa squallida storia ci sia corruzione e l' obiettivo di silurare il cardinale Bertone.
L'autore della divulgazione delle lettere private di Papa Benedetto XVI e del suo segretario Gänswein da un giornalista senza scrupoli è stato assicurato alla giustizia vaticana: si tratta dell'aiutante di camera del Papa, Paolo Gabriele, romano, 46 anni, sposato e padre di tre figli e cittadino vaticano. Nella sua abitazione di via di Porta Angelica (dentro le mura del Vaticano) sono stati rinvenuti dalla gendarmeria vaticana altri documenti riservati. Sono decenni che nelle prigioni vaticane non ci sono detenuti ma quello che è successo in questo mese è gravissimo: dopo i segretari Gabriele era l'uomo più vicino al Papa. Aveva accesso infatti agli appartamenti papali, serviva i pasti al Santo Padre e lo seguiva come un'ombra in Italia e all'estero. In teoria poteva compiere qualsiasi gesto e mettere a rischio la sicurezza del Papa.
Ora, dopo lo choc dei primi momenti, bisogna capire perché il Gabriele ha fatto tutto questo. Se per ragioni economiche oppure su mandato di qualche personaggio innominato e innominabile. O forse tutte e due le cose. Secondo indiscrezioni giornalistiche dietro l'aiutante di camera del Papa ci sarebbe un banchiere caduto in disgrazia che, per ritorsione, voleva rivalersi sul cardinale Bertone, a suo dire responsabile della sua situazione personale e della sua caduta.
Gabriele avrebbe divulgato documenti di una tale riservatezza che ledono la privacy del Papa e del suo segretario, documenti finiti in mano ad un giornalista che per il successo e la popolarità non ha rispettato né leggi né regole. Senza parlare della deontologia professionale che, in questo caso, è andata a farsi benedire.
Da un po’ di tempo avvenivano nei sacri palazzi furti e riciclaggio di documenti del Papa e della Segreteria di Stato con l’obiettivo di dimostrare che il cardinale Tarcisio Bertone non controllava la Curia Romana, per poi farlo “silurare” da papa Benedetto XVI. Inoltre dietro a questa squallida storia piena di miserie umane potrebbe esserci il vil denaro, che sarà servito probabilmente a corrompere una persona di fiducia del Papa, su ordine di un banchiere che doveva togliersi molti sassolini dalle scarpe. Non si spiega altrimenti il comportamento inqualificabile di Gabriele, che ha tradito la fiducia del Papa e dei suoi superiori.
Con il suo arresto si è dimostrato chiaramente che ci sono alcuni persone che indebitamente si ingeriscono negli affari interni del Vaticano con l’intento di delegittimare il Segretario di Stato Bertone (che non deve dimettersi per nessun motivo!) e di sconfessare apertamente il suo operato. Anche il Papa era un obiettivo di questi giornalisti prezzolati, che volevano dimostrare che è vecchio, stanco e malato, e soprattutto non in grado di controllare “la sua corte” (Il Fatto quotidiano ndr).
Ma il presunto scoop di questi giornalisti si è rivelato un boomerang: tutta l’opinione pubblica è indignata e sconcertata per questo giornalismo-spazzatura che non ha il fine di informare ma quello di fare soldi, vendendo libri o facendo comparsate in Tv per parlare del Papa e del Vaticano. E corrompendo a tal fine un uomo che rischia 30 anni di carcere. E per che cosa? Per la solita mentalità materialista che mette al primo posto i seguenti valori: denaro, successo, potere e popolarità.
Un’ultima cosa sul card. Bertone: è stato il Segretario di Stato che ha subito più di tutti mobbing, è stato denigrato, vessato e isolato ed ha subito soprusi e angherie. Ma ha reagito con grande compostezza e dignità, è stato fedele al Papa, ha lavorato instancabilmente dentro e fuori la Curia Romana per il bene della Chiesa universale. Sostituirlo solo perché non è gradito ad alcuni settori non è giusto. Lasciare la Curia Romana nelle mani di persone "infedeli" non giova peraltro nemmeno al Papa in un momento cosi delicato. Bertone può arrivare tranquillamente a 80 anni servendo ancora, come ha fatto finora, la Chiesa, Cristo e il Papa.
Benedetto XVI intanto ha risposto a questa situazione che si è determinata in Vaticano citando il Vangelo: per lui la Chiesa è solida come una casa sulla roccia che né i venti né le tempeste possono far cadere. Il linguaggio del Papa è eloquente e non si presta a potenziali equivoci. Ed è la migliore risposta a banchieri e giornalisti che hanno agito per fini oscuri e illegittimi compiendo dei reati.
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Sono presenti 6 commenti
Eh si caro Giannino hai ragione. Certa gente fa pena come lo fa il sistema italia e il vaticano ne fa le spese a propria volta. La corruzione dilagante é il segno più vero della prossima fine dei tempi. Speriamo sia presto perché non se ne può più. Politica sporca, economia truccata, prostituzione da sodoma e gomorra e mettici quel che vuoi. Ora basta davvero. La fine dell'anno é vicina: speriamo sia vera la profezia dei maya....... Peggio di così...
L'ipocrisia di questo articolo sta nel fatto di incolpare soltanto 2 laici (Gabriele e Gotti Tedeschi) senza far menzione del fatto che le vere menti potrebbe essere e sicuramente lo sono dei cardinali dei quali si intuiscono chiaramente i nomi.
All'anonimo delle 12.22
Non mai scritto che il prof. Gotti Tedeschi sia colpevole in questa vicenda squallida. Su Paolo Gabriele ho usato il condizionale. Pertanto sulle sue affermazioni ( molto gravi) lei si assume ogni responsabilità. Per quanto riguarda eventuali porporati se lei ha dei nomi li faccia altrimenti taccia per sempre. L'ipocrita è lei, e io da uno come lei, che vuole inquinare le acque, non prendo lezioni.
Ottima risposta. C'E' UN SACCO DI GENTE CHE PESCA NEL TORBIDO! NON VEDONO L'ORA DI SPARGERE FANGO OVUNQUE. ricordiamoci del povero Berlusconi: sommerso per sempre. Qualche colpa l'avrà magari avuta ma l'ha pagata salata!!!!!!!!!!!!
si tratta di azioni molto gravi ed ingiustificabili.
Caro Giannino, chi sarebbe allora questo "banchiere caduto in disgrazia". Se ha il nome lo faccia se no taccia per sempre.
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