Amministrative: gli insuccessi di Pdl e Lega. Tenuta del centro sinistra. Terzo Polo in affanno. Affermazione dei grillini
di Alberto Giannino
Il test delle amministrative che ha interessato 9 milioni di italiani ha evidenziato quattro aspetti: la débacle del Pdl di Alfano-Berlusconi, l’insuccesso della Lega Nord in Lombardia (ad eccezione di Verona), l’affermazione dei grillini e il successo del centro-sinistra. Il Pdl di Berlusconi è crollato sotto gli scandali che hanno travolto l’ex premier, il capo della Protezione civile Bertolaso, Claudio Scajola, ex ministro dell’Infrastrutture, Saverio Romano, ex ministro dell’Agricoltura, Nicola Cosentino, ex vice-ministro dell’Economia, e Nicole Minetti in Lombardia. Il partito del Pdl paga anche la perdita della Presidenza del Consiglio e la segreteria affidata al giovane Alfano, al quale, secondo Berlusconi, mancherebbe un “quid”, cioè “la storia”, per essere un vero leader (parole che il leader Pdl ha poi smentito). D’altronde in un partito di plastica, in cui il tesseramento non corrisponde alla militanza reale e in cui molte segreterie cittadine, provinciali e regionali sono commissariate da uomini di Berlusconi, in un soggetto creato insomma ad immagine e somiglianza del capo, è inevitabile che dopo la sua caduta il partito crolli.
La Lega Nord paga lo scandalo che coinvolge il "cerchio magico" (Francesco Belsito, Renzo e Umberto Bossi, Rosi Mauro e altri). La gente del Nord (a Como la Lega Nord perde il 25% e a Crema il 15%) non ha digerito la storia meschina e squallida dei diamanti, dei lingotti d’oro, delle case ristrutturate, delle lauree e dei diplomi falsi, delle macchine sportive e della gestione allegra delle finanze del partito. Gli iscritti alla Lega volevano un partito che eliminasse le tasse e facesse la secessione, ma qualche dirigente ha imitato Bokassa, che in Africa regalava diamanti ai politici occidentali. Ciò ha deluso molti militanti, e i risultati elettorali deludenti sono sotto gli occhi di tutti.
Il movimento cinque stelle, alla faccia di chi si ostina a non riconoscerlo, ha avuto un discreto successo politico, arrivando a conquistare il primo sindaco (Roberto Castiglion a Sarego, nel Vicentino) e il ballottaggio a Parma, sfiorandolo invece a Genova. Quali le cause? La crisi economica, gli scandali politici, una classe politica che non si taglia lo stipendio e non si dimezza numericamente (1000 parlamentari non ci sono neanche negli Usa che hanno 50 Stati e 309 milioni di abitanti), gli scandalosi stipendi dei manager pubblici, il mancato rinnovamento della classe dirigente, la presenza sul 30% del territorio italiano delle mafie, gli sperperi pubblici, la pubblica amministrazione che non funziona adeguatamente, ecc. Tutto ciò ha portato al successo i grillini, che hanno l’obiettivo nel 2013 di entrare in Parlamento con una pattuglia di deputati duri e puri per contestare e criticare l’attuale classe politica e i partiti.
Il centro-sinistra (Pd, Sel, Idv ) tiene, mentre il Terzo Polo (Udc-Fli-Api) non raggiunge i risultati prefissi e solo l’Api di Rutelli guadagna voti, arrivando al 2,5%.
Comunque il dato più significativo che emerge dalle urne è sicuramente la sconfitta del berlusconismo. I cittadini italiani si sono stancati del bunga bunga, delle feste organizzate da Lele Mora con il contributo di Emilio Fede alla presenza di veline, letterine o meteorine in Sardegna e ad Arcore, delle presunte figlie di Mubarak, dei politici contigui ai casalesi e alla mafia, dei divertimenti dell’Imperatore, dei suoi capricci, del suo edonismo e del suo narcisismo. L’Imperatore non ha capito che gli italiano sono stufi di promesse (2 milioni e mezzo di disoccupati ndr) e della difesa degli interessi particolari dei politici. Non ha capito che sono finiti i tempi in cui i leader facevano a gara per andare a Villa Grazioli a fare il bacio della pantofola per chiedere un posto in Enti pubblici, Ministeri, Banche, TV e giornali di Mediaset. Il berlusconismo è finito, e a quasi 76 anni Berlusconi può sicuramente andare in una delle sue 20 ville a godersi il meritato riposo. Al Quirinale, anche se ci ha fatto un pensierino, non ci andrà, si metta il cuore in pace. I veri candidati sono Gianni Letta e Pierferdinando Casini. Lui, con scandaletti rosa e processi vari, ha perso ogni credibilità in Italia e all'estero. Anche se non va mai sottovalutato, in quanto potrebbe creare un nuovo soggetto politico nuovo di zecca pompato dalle sue Tv e lasciare ad Alfano i cocci del Pdl…
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Sono presenti 5 commenti
Finalmente sono morti i due partiti degli scandali e delle false promesse, speriamo davvero non risorgano, ma soprattutto chiediamo a tutti i cittadini di non dimenticare. Abbiamo tanto bisogno di serietà e impegno per tornare a vivere. Complimenti per il bellissimo articolo che riassume la vera, drammatica situazione.
Bell'articolo? A me non piace affetto. Ora il Bunga Bunga lo stanno facendo a noi.
Torna Berlusca torna! Si stava meglio e Lui non era la causa della crisi. Almeno non si suicidava nessuno. Rendetevene conto. Berlusconi for ever!
Un vero uomo tra tanti finocchietti! Berlusoni naturalmente. Tutti invidiosi per le belle ragazze eh?
Al Quirinale speriamo che ci vada un uomo super partes. casini e letta sono vecchi in tutti i sensi. l'articolo? è sintetico, ma molto efficace e soprattutto vero. complimenti!
Grillo no?
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