sabato, maggio 12, 2012
Principi guida su una responsabile gestione delle terre, della pesca e delle foreste sono stati approvati oggi dal Comitato di sicurezza alimentare mondiale della Fao. In una riunione svoltasi a Roma, l’Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura ha stabilito criteri d’ora in avanti a disposizione dei governi a salvaguardia del diritto dei popoli ad accedere alle proprie terre, acque e foreste.

Misna - “E’ un passo che aspettavamo da tempo, che consente di guardare avanti e che ci permetterà di lavorare su una serie di questioni aperte e solo accennate nel documento della Fao” ha detto alla MISNA Andrea Ferrante, portavoce del movimento internazionale contadino Via Campesina. “Dalle normative approvate oggi e nate grazie al fattivo contributo della società civile internazionale – prosegue Ferrante – manca una ferma condanna del landgrabbing, mancano precisi riferimenti ai diritti dei popoli indigeni e all’acqua quale diritto umano inviolabile e bene comune.

Ma il documento della Fao ci consegna uno strumento utile per rivedere il concetto di accesso alle terre, di diritto alla pesca e alle foreste messo negli ultimi decenni in discussione a scapito dei più deboli, soprattutto nei Sud del mondo”. Cominciato nel 2009, al processo che ha portato alla decisione di oggi – definita “storica” dalla Fao – hanno preso parte rappresentanti governativi, espressioni della società civile, organizzazioni internazionali e accademici.

Obiettivo delle norme è quello di “promuovere la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile attraverso l’accesso sicuro a terre, foreste e acque e attraverso la protezione di milioni di persone poverissime”.

Positive sono state le reazioni di diverse organizzazioni internazionali impegnate in particolare contro le storture dell’accaparramento di terre (landgrabbing) operato da società e paesi ricchi a scapito di nazioni povere dove spesso l’uso delle terre da parte delle comunità locali, garantito per secoli dal diritto consuetudinario, viene messo in discussione. Per la cofondatrice di Grain, Renée Vellvé, “l’adozione di queste direttive costituisce un primo passo, significativo ma da cui bisogna ripartire”. Per Oxfam “le direttive riaffermano i diritti umani di quanti vivono sulla terra e sottolineano in modo chiaro il bisogno di consultare e far partecipare le comunità interessate dagli investimenti sulla terra. Ciò che manca nel testo è una chiara condanna dell’accaparramento incontrollato della terra e di altre risorse naturali”.

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