martedì, maggio 29, 2012
Il prete condannato a Milano a 10 anni di reclusione. La vittima è un giovane di 19 anni che all’epoca ne aveva soltanto 13, ripetutamente violentato dal 2006 al 2009. Nell’abitazione del prete trovato tanto materiale pornografico. Una storia di disagio e di degrado morale.

di Alberto Giannino

Don Domenico Pezzini, 74 anni, originario del Lodigiano, ex docente di Inglese alla Cattolica e all'Ateneo di Verona, fondatore di gruppi omosessuali per credenti, è stato condannato a Milano in appello a 10 anni di reclusione per aver abusato sessualmente di un minore di anni 13. Per la seconda volta i giudici del Tribunale di Milano condannano il prete. Don Pezzini, che abitava dal 1968 a Milano e celebrava messa prima a San Giovanni Crisostomo in via Leonardo Cambini e poi presso la Congregazione Figlie del Sacro Cuore di via Agordat, dopo la prima condanna a 10 anni era ai domiciliari in una comunità monastica. Non si aspettava una sentenza cosi dura per la seconda volta.

Ma dall'altra parte c'è un bambino del Bangladesh che si trovava casualmente in un parco di Milano e che don Pezzini ha avvicinato con pochi spiccioli, portato nella sua casa e violentato. Dal 2006 al 2009 - secondo l'accusa - don Pezzini abusa di questo bambino, fino all’età di 16 anni. Nel frattempo va a trovarlo in comunità protetta (insospettendo i dirigenti per la sua attenzione verso il minore ), lo ospita a casa sua (i poliziotti troveranno diverso materiale pornografico) e si prende cura di lui con libri, vestiti, ripetizioni e somme di denaro. I giudici spiegano che don Pezzini « ha cercato un approccio nel parco con il ragazzo, offrendogli una possibilità di aiuto», «ha portato il giovane nella sua abitazione dove ha consumato i rapporti sessuali». E descrivono «allarmanti modalità della condotta», sostenendo che sia «elevato il rischio di reiterazione del reato perché l’uomo ha molteplici contatti con giovani uomini extracomunitari». Di più: «Don Pezzini aveva la capacità di blandire il minore con coccole e gratificazioni economiche, fingendo propositi di aiuto nei confronti del ragazzo».

Fin qui i giudici. Non vogliamo erigerci giudici anche noi. Però siamo di fronte a un crimine che grida vendetta davanti a Dio e davanti agli uomini. Un prete che ha abusato sessualmente di un bambino di 13 anni ripetutamente dimostra che il male c'è e nessuno può impedirlo. Verrebbe voglia di dire: dov'era Dio quando succedevano questi fatti? Questo ragazzo che oggi ha 20 anni sarà segnato per sempre da queste odiose violenze. Vittima e carnefice convivono entrambi col dolore e con la sofferenza. Noi auspichiamo che i preti, che sono ministri di Dio, degli alter Christus, e dei consacrati, lascino la loro veste quando hanno orientamenti sessuali così gravi, quando la loro ortoprassi non è lineare, quando il degrado morale si manifesta con il peccato. I bambini, per nessuna ragione al mondo, vanno toccati: essi sono e rappresentano l'innocenza, la purezza e il candore. E il loro disagio familiare e la loro povertà non devono mai essere motivo per approfittare del loro stato di bisogno.

Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

E' un vero peccato leggere di Don Pezzini cose che contraddicono la sua elevata statura culturale. Soltanto la misericordia di Dio può e deve intervenire, ad onta delle nostre elucubrazioni.

Anonimo ha detto...

ho conosciuto don Pezzini e frequentato il suo gruppo per diversi anni, e ad essere sincero, la persona non mi ha mai convinto del tutto...la giustizia faccia il suo corso, ma mio parere non ha mai brillato per umilta', semplicita' e carita' sincera, doti che in un sacerdote che si occupa di un tema delicato come l'omosessualita' penso siano fondamentali...

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