martedì, maggio 29, 2012
Il popolo egiziano sceglierà come proprio presidente l’esponente dei Fratelli musulmani o il simbolo del regime di Mubarak?

di Mariangela Laviano

Nei giorni scorsi, in Egitto, oltre cinquanta milioni di elettori sono stati chiamati a scegliere il loro primo presidente dopo la caduta del regime di Mubarak. Secondo gli osservatori internazionali le elezioni si sono svolte in modo regolare e con un’alta affluenza. Nessuno dei due candidati più votati ha ottenuto la maggioranza assoluta e pertanto un secondo turno è previsto per il 16 e il 17 giugno prossimi.

L’Egitto vedrà andare al ballottaggio il leader del movimento dei Fratelli Musulmani, Mohammed Mursi, e l’ex premier Ahmed Shafiq, quest’ultimo simbolo del regime di Hosni Mubarak. Mohammed Mursi, sessantenne, ingegnere, ha studiato negli Stati Uniti e per un caso fortuito si trova a rappresentare i Fratelli Musulmani alle presidenziali egiziane. Il vero candidato dei Fratelli Musulmani, infatti, Khairat al-Khater, è stato costretto a rinunciare, in seguito a una condanna penale risalente ai tempi di Mubarak, quando fu carcerato, una prima volta per sette mesi e una seconda per pochi giorni per aver partecipato a una manifestazione a sostegno di magistrati riformisti e per aver difeso la rivolta anti-Mubarak. Ahmed Shafiq, settantenne, laico, ex capo di stato maggiore dell’aeronautica, nominato primo ministro durante gli ultimi giorni del regime di Mubarak durante la rivolta e dimessosi dopo circa un mese, è il tipico “prodotto” del sistema politico-militare egiziano.

Mentre Mursi si proclama “il presidente di tutti”, puntando così a rassicurare l’elettorato moderato, Ahmed Shafiq si affretta a promettere che se vincerà le elezioni chiuderà con l’epoca di Mubarak, temendo in realtà che proprio il suo recente passato potrà penalizzarlo nel ballottaggio.

Entrambi i candidati invece promettono a gran voce di “salvare la rivoluzione”. Ma a chi darà il proprio consenso il popolo: ad un leader religioso o ad un esponente del vecchio regime? Con queste premesse sembrano davvero lontani i principi ispiratori della “primavera araba”…

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