domenica, maggio 13, 2012
Quattordici morti ammazzati dall’inizio dell’anno. Cinque negli ultimi dodici giorni. In due modi sostanzialmente. Mitragliati alcuni a colpi di armi automatiche da guerra, l’ultimo a pochi passi da un liceo, nei quartieri Nord, dove sono le Cite’ più pericolose. Altri attirati in trappola e strangolati oppure uccisi a colpo singolo, quindi bruciati.

E-ilmensile - Massimo Carlotto ha recentemente pubblicato un romanzo “ Respiro Corto” dove si racconta Marsiglia come il luogo di una nuova devastante criminalità, che è all’avanguardia del rinnovamento, una sorta di motore sociale neo liberista ad alto tasso tecnologico, sans toit ni loi. Ma come spesso accade, la realtà supera la fantasia. Per esempio i carichi di droga pare arrivino nei grandi porti europei stivati dentro droni sottomarini che rimangono agganciati sotto le chiglie dei grandi transatlantici da crociera. In prossimità delle coste e/o dei porti vengono sganciati e teleguidati a distanza fino alla loro meta d’arrivo. Per esempio questi droni possono navigare, una volta sganciati, dalle foci della Senna fino a Parigi, dove in un luogo sicure la droga viene scaricata.

Per fortuna anche la pazienza dei cittadini a Marsiglia sembra stia finendo. In particolare gli abitanti dei quartieri Nord che sabato 12 maggio hanno manifestato, tutti indossando una t-shirt bianca, in segno di pace. Con loro alcuni esponenti politici socialisti e di sinistra. Perchè questa situazione è anche frutto di una politica abbastanza sconsiderata della destra e di Sarkozy, quando decise di circondare le Citè in rivolta con forze speciali, lasciandole all’interno del tutto sguarnite, senza più il poliziotto di prossimità e di quartiere, giudicato troppo costoso e in fondo troppo “debole” sul piano della repressione. Così le Citè sono diventate dominio di bande più o meno violente, mentre la polizia, la Police Nationale, diventava di fatto una forza d’occupazione.

A questo s’aggiunga che anche la sinistra ha spesso abbandonato questo aspro e difficile terreno, quello degli esclusi per cognome, mohamed, aspetto, la pelle bruna, abiti, poveri, e età, nonchè a volte religione, mussulmana, soprattutto i giovani, cittadini francesi, ma di serie B, anzi di nessuna serie. Dieci anni almeno è durata questa politica, che ha massacrato tra l’altro la convivenza civile. E adesso i gangster comandano. Per altro i gangster hanno anche addentellati, e non pochi, con gli alti papaveri della politica, destra e sinistra, come i fratelli Guerini, socialisti, adesso espulsi dal partito ma ancora in posti di potere locale, e incriminati per, tra l’altro, associazione a delinquere. Colpisce pure quella che mi sembra essere un sorta di paura o ritenzione degli inquirenti, che non riescono o non vogliono (?) nemmeno metterci una pezza. Anche perchè la tattica della discesa in massa delle forze di polizia in assetto da battaglia non è proprio la più adatta per indagare su una guerra tra gangster nel contempo feroce e “raffinata”, vengon in mente le “menti raffinatissime” di cui parlava Giovanni Falcone. Inoltre la città bolle, è una polveriera, alcuni osservatori parlano di stato di “guerra civile larvale”, e l’arrivo di poliziotti che usano la tecnica del rastrellamento è quanto di meno indicato. Però sembra non sappiano fare altro. Va ricordato infine che Marsiglia è in preda a una specie di febbre da speculazione edilizia in vista dell’anno prossimo, quando sarà capitale europea della cultura e si aspettano decine, se non centinaia di migliaia di turisti e visitatori. Insomma il denaro scorre, e i gangster vogliono la loro fetta, grossa. Dulcis in fundo, anche se sembra non entrarci, i poliziotti dell’intera Francia manifestano un giorno sì e l’altro pure, bloccano il traffico occupano piazze urlano e gridano slogan, insomma manifestazioni dure contro le loro condizioni di lavoro sempre più difficili, contro le restrizioni di bilancio, sì anche loro contro l’austerità, e non sono molto motivati in questi giorni. Ci sono a Marsiglia anche gli operai di Fralib, in lotta da 600 giorni, che hanno occupato da poco la fabbrica, ma questa è ancora un’altra storia.

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