Sono 132 i morti e 13.000 i contagiati per l’epidemia di colera che colpisce Haiti dall’inizio dell’anno, secondo cifre diffuse dall’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha)
Misna - Dati che si uniscono a quelli forniti a metà maggio del ministero della Pubblica sanità e della popolazione (Mspp) di Port-au-Prince secondo i quali dallo scoppio dell’epidemia – nell’ottobre 2010 – le vittime sono state 7000 su oltre 540.000 casi documentati. Il responsabile delle operazioni dell’Ocha, John Ging, ha sottolineato la necessità di un approccio più efficace all’emergenza da parte delle agenzie di cooperazione e delle autorità, insieme a un maggiore impegno dei paesi donatori: “E’ inaccettabile che si stiano perdendo vite” ha detto, perché nell’ultimo anno sono mancati i fondi per la prevenzione e l’assistenza sanitaria.
Al termine di una missione di tre giorni nel paese caraibico, che attende l’imminente stagione degli uragani, Ging ha visitato un centro di trattamento del colera gestito da Medici senza frontiere (Msf) che gli hanno manifestato “profonda preoccupazione” per l’evoluzione della malattia. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Who) ha avvertito che il numero dei casi potrebbe arrivare a superare le 200.000 unità nel corso del 2012. Migliorare le difficili condizioni di centinaia di migliaia di haitiani che non hanno acqua potabile né servizi igienici “è la priorità” per prevenire nuovi focolai, ha evidenziato l’Ocha.
In merito ai senza tetto provocati dal terremoto del 2010, Ging ha esortato i donatori a mantenere i loro impegni “fino a quando ciascuno dei 400.000 sfollati non abbia trovato un’alternativa alla miseria degli accampamenti”.
Misna - Dati che si uniscono a quelli forniti a metà maggio del ministero della Pubblica sanità e della popolazione (Mspp) di Port-au-Prince secondo i quali dallo scoppio dell’epidemia – nell’ottobre 2010 – le vittime sono state 7000 su oltre 540.000 casi documentati. Il responsabile delle operazioni dell’Ocha, John Ging, ha sottolineato la necessità di un approccio più efficace all’emergenza da parte delle agenzie di cooperazione e delle autorità, insieme a un maggiore impegno dei paesi donatori: “E’ inaccettabile che si stiano perdendo vite” ha detto, perché nell’ultimo anno sono mancati i fondi per la prevenzione e l’assistenza sanitaria.
Al termine di una missione di tre giorni nel paese caraibico, che attende l’imminente stagione degli uragani, Ging ha visitato un centro di trattamento del colera gestito da Medici senza frontiere (Msf) che gli hanno manifestato “profonda preoccupazione” per l’evoluzione della malattia. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Who) ha avvertito che il numero dei casi potrebbe arrivare a superare le 200.000 unità nel corso del 2012. Migliorare le difficili condizioni di centinaia di migliaia di haitiani che non hanno acqua potabile né servizi igienici “è la priorità” per prevenire nuovi focolai, ha evidenziato l’Ocha.
In merito ai senza tetto provocati dal terremoto del 2010, Ging ha esortato i donatori a mantenere i loro impegni “fino a quando ciascuno dei 400.000 sfollati non abbia trovato un’alternativa alla miseria degli accampamenti”.
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