giovedì, maggio 10, 2012
L’Italia non si farà intimidire dal terrorismo. 

Radio Vaticana - In occasione della Giornata della Memoria delle vittime del terrorismo, Giorgio Napolitano, durante la commemorazione al Quirinale, avverte che gli "Anni di piombo" non torneranno. Il presidente, in mattinata, aveva deposto una corona di rose in via Caetani, a Roma, dove 34 anni fa venne ritrovato il corpo di Aldo Moro. Proseguono intanto le indagini per l’attentato a Roberto Adinolfi. Il servizio di Francesca Sabatinelli: ascolta. La tragedia del terrorismo “non si ripeterà”, il dissenso politico-sociale non giustifica il terrorismo. Sono le parole del presidente, Giorgio Napolitano, di colui che con forza ha voluto che ci fosse una Giornata della Memoria e che si celebrasse oggi, nel giorno dell’assassinio di Aldo Moro. Una ricorrenza che serve al capo dello Stato per avvertire che occorre vigilanza e porre argini insuperabili. “Quanti fossero tentati di mettersi sulla strada del terrorismo sono perdenti non intimidiranno lo Stato” è l’avvertimento, che rimanda a soli due giorni fa, quando a Genova è stato gambizzato Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, il cui attentato non è stato rivendicato ma per il quale, ha precisato sempre oggi il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, si valutano tre piste: quella vetero-brigatista, quella anarco-insurrezionalista e quella commerciale. Nelle parole di Napolitano, c’è il dolore per la giustizia incompiuta per Brescia, per la strage di piazza della Loggia: è di pochi giorni fa la sentenza di assoluzione per i neofascisti imputati. “Il tormento è forte”, spiega, ma "una verità storica si è conseguita”, quella messa in luce dalle carte processuali, che definiscono la matrice di estrema di destra e l’attività depistatoria di una parte degli apparati dello Stato. Dunque, “non brancoliamo nel buio di un’Italia dei misteri”: per il presidente ci sono ancora verità da svelare, ma siamo in un’Italia che si è liberata, che “ha sconfitto il terrorismo e che ha individuato e sanzionato centinaia di persone”. Di fronte all’attacco terroristico, conclude Napolitano, ci assalì il timore che lo Stato potesse non farcela, ma “l’Italia, lo Stato democratico ce la fecero”. Il terrorismo, ha aggiunto, è stata una “prova superata grazie ad uno sforzo corale”. Emanuela Campanile ne ha parlato con Renzo Agasso, giornalista, co-autore del libro ‘Il piombo e il silenzio. Le vittime del terrorismo in Italia’: R. – Credo che un compito di chi ha vissuto quegli anni, ma anche di chi vuole raccontare l’Italia, sia quello di continuare a parlare di queste cose. Guai se cadesse il silenzio su queste vicende, e su queste persone soprattutto, perché il silenzio è quello nel quale maturano poi queste decisioni scellerate. C’è in questo momento, nel nostro Paese, un brutto clima. C’è molta violenza repressa, che qualcuno magari nasconde dietro il problema della crisi. Io mi auguro anche che i familiari delle vittime continuino in quest’azione meritoria e trovino questa forza di uscire dal silenzio, di farsi sentire e vedere, e che si sappia cosa hanno pagato. D. – Quello che è successo a Genova è un segno di una rinascita del terrorismo in Italia... R. – Penso che in questo momento non si possa parlare di una rinascita delle Brigate Rosse - non è pensabile, il Paese è diverso, il Paese è troppo cambiato in questi trent’anni - ma certamente di questa presenza della violenza, di questo dobbiamo essere convinti. C’è nel Paese un substrato di violenza che ogni tanto torna a farsi sentire e bisogna fare in modo che non diventi più una violenza organizzata e forte come quella degli anni ’70. Bisogna stare attenti, bisogna alzare la guardia e bisogna anche che la politica cambi un po’ il linguaggio, cambi un po’ i metodi, perché certamente delle responsabilità morali ci sono in questo campo.

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