venerdì, maggio 04, 2012
Coskun Igci, informatore dei carabinieri e personaggio chiave nel processo per l’omicidio del giornalista Hrant Dink, zio di Yasin Hayal, condannato ad ergastolo per aver collaborato con Ogun Samast, l’assassino di Dink, nel corso della sua prima dichiarazione ai giornalisti, ha rivelato informazioni piuttosto importanti ai fini del processo stesso.

E-ilmensile - Coskun Igci è uno degli indagati per l’omicidio Dink, giornalista turco-armeno assassinato ad Istanbul il 19 Gennaio 2007. Il tribunale che seguiva il processo, dapprima si dimenticò letteralmente di decidere per Igci, dopodiché lo assolse. Nell’intervista rilasciata al canale televisivo Ntv, Coskun Igci ha dichiarato di aver parlato, nel 2006, con Yasin Hayal a proposito di Hrant Dink e di aver avvertito un certo senso di pericolo in suo nipote. In seguito Igci avrebbe deciso di informare i carabinieri di Trebisonda: “Yasin mi ha parlato di Hrant Dink dicendo che è un giornalista armeno che abita a Istanbul ed offende l’identità turca. Qualche tempo dopo, ho scoperto che stava per comprare una pistola. Quindi ho deciso di parlarne con i miei colleghi e loro, dopo avermi ascoltato, hanno verbalizzato tutto. In quel momento erano presenti Okan Simsek e Veysel Sahin”.

All’inizio del processo, Igci aveva dichiarato al tribunale che sia Simsek sia Sahin erano stati informati del pericolo, in effetti, e durante il processo, i due, avevano ammesso di essere stati informati ma avevano accusato il loro superiore, Ali Oz, di non aver portato avanti l’indagine. Simsek e Sahin asserirono inoltre, di essere stati minacciati per non parlare dei fatti.

Igci, nell’ultima intervista, afferma di aver avuto uno scambio di idee con alcuni ufficiali dei carabinieri di Trebisonda che lo avevano esortato a non preoccuparsi perché, secondo loro, Yasin Hayal era soltanto un ragazzo molto attivo, quindi non esisteva una vera minaccia. La parte più interessante della sua dichiarazione riguarda il periodo post-omicidio. “Pochi giorni dopo l’assassinio di Dink hanno fatto irruzione a casa mia. Io li avevo informati precedentemente, collaboravo con loro. In quel momento non capivo perché volevano perquisire la casa ed interrogarmi come se fossi il responsabile dell’assassinio oppure avessi nascosto qualche informazione. Poi mi hanno portato in un furgone ed erano presenti di nuovo Okan Simsek e Veysel Sahin che mi hanno minacciato apertamente. Dopo poco ho scoperto che volevano farmi capire che avrei dovuto tenere la bocca chiusa”.

Il Secondo Tribunale Penale della Pace di Trebisonda, al termine del processo Dink aveva deliberato, il 2 Giugno 2011, condannando a sei mesi di carcere Ali Oz e a quattro mesi Okan Simsek e Veysel Sahin. Motivo della condanna? Aver trascurato il loro impegno pubblico ed essere stati una delle cause dell’omicidio di Hrant Dink.

di Mutar Cinar

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