Faccia a faccia in tv ieri sera tra il presidente uscente Sarkozy e il socialista Hollande. L’incontro è stato seguito da milioni di elettori che al ballottaggio del 6 maggio sceglieranno il prossimo capo dell'Eliseo. Toccati praticamente tutti i temi politici: dall’aumento della benzina fino alle strategie internazionali. Centrali i progetti di riforma economica e il rilancio del Paese.
Radio Vaticana - Crisi economica, disoccupazione, problemi sociali, immigrazione, stile di presidenza. Di tutto hanno parlato e su tutto si sono scontrati i due pretendenti all’Eliseo. Più pugnace Sarkozy, più tranquillo e forte del suo vantaggio nei sondaggi Hollande, che però ha sempre ribattuto a Sarkozy, il quale lo ha accusato, di volta in volta, di essere un bugiardo ed un ‘Ponzio Pilato’. Hollande ha accusato Sarkozy di aver spaccato e diviso la Francia, di aver raddoppiato il debito ed aumentato la disoccupazione e, in esempio, ha citato il successo dell’economia tedesca. ‘Peccato’, ha ribattuto Sarkozy, ‘che il sistema tedesco è il contrario di quello che lei propone per la Francia’. Hollande ha ribadito la sua intenzione di aggiungere la crescita al patto di bilancio europeo: ‘il rigore’, ha detto, ‘fa soffrire molti Paesi: la Grecia, la Spagna e anche l’Italia di Mario Monti’. Per quanto interessante e accattivante, è difficile che questo dibattito riuscirà ad invertire la tendenza, che ha sempre visto Hollande vincitore, oggi con un distacco di circa sei punti sull’avversario.
Sull’acceso confronto televisivo tra i due leader che si contendono la poltrona all’Eliseo, Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Massimo Nava, corrispondente da Parigi del “Corriere della Sera”: ascolta.
R. – E’ stato come vedere un incontro di pugilato. In qualche modo, ha fatto rivivere i modelli storici della destra e della sinistra, quando ad esempio Sarkozy ha detto di “volere meno poveri mentre Hollande vuole meno ricchi” e la replica di Hollande che ha affermato “di voler proteggere i figli della Repubblica e non i privilegiati”.
D. – Molte le accuse reciproche…
R. – Tutto il confronto è stato un tentativo più di delegittimare e screditare l’avversario prima ancora di difendere il proprio progetto o la propria visione delle cose, che comunque è stato anche fatto. Credo che i francesi, alla fine, si siano anche emozionati o appassionati proprio davanti a questa specie di duello di tipo più classico, direi quasi da vecchi tempi. Sembrava di essere ai tempi di Giscard e Mitterand più che di fronte ad un confronto tra due progetti che, alla fine, non sono differenziati così tanto come una differenziazione di tipo ideologico farebbe pensare.
D. – I temi economici sono stati comunque al centro del confronto…
R. – Lo Stato francese è fortemente indebitato e c’è una necessità di risanamento. Hollande vuole salvaguardare il modello – e quindi con una maggiore tassazione – e Sarkozy, invece, afferma che il modello va rovesciato e bisogna comunque tagliare. Tutti e due, comunque, sperano nella crescita e nell’inversione del ciclo economico.
D. – Spostandoci diametralmente su un altro tema, per quanto riguarda il fronte energetico Sarkozy, di fatto, ha difeso il nucleare - che è un punto forte della Francia - mentre Hollande, invece, ha contrapposto il nucleare alle energie rinnovabili. In Francia é possibile un cambio di rotta di questo tipo?
R. – Assolutamente no. Credo che, in questo senso, forse Sarkozy sia stato oggettivamente più sincero di Hollande: Sarkozy ha detto, molto chiaramente, che al di là di Fukushima, il nucleare francese è sicuro e garantisce alla Francia un approvvigionamento energetico a costi molto inferiori rispetto ai partner europei, e probabilmente a tutto il mondo occidentale. Hollande, invece, dice di voler fermare una delle centrali meno sicure come quella in Alsazia e quindi, in qualche modo, lascia intendere che ci sono delle concessioni ai Verdi. Di fatto, però, anche Hollande non può dire di voler abbandonare il nucleare, che tra l’altro è stato uno dei punti forti della presidenza di Mitterand.
D. – Questo schema che citavi è stato utilizzato anche per il confronto sull’immigrazione…
R. – Sì. Ma anche qui, è chiaro che il problema, per certi versi drammatico – non tanto di queste elezioni ma del sentimento comune della Francia odierna –, è che la grande maggioranza dei francesi richiede un diverso approccio verso l’immigrazione. E’ chiaro che Hollande non può dire le cose che afferma Sarkozy in questo momento, ma di fatto, in qualche modo le pensa. Ovvero: maggiori limiti all’immigrazione legale ed un pugno duro verso l’immigrazione illegale. Sono cose che, nel 2013, possono stare anche nella bocca del candidato socialista.
D. – Marine Le Pen è uscita di scena non appoggiando, di fatto, alcuno dei due candidati. Sarkozy, comunque, ha bisogno di un sostegno esterno, almeno così sembra dagli ultimi sondaggi: è possibile un nuovo scenario, un colpo di scena?
R. – Credo che il risultato più probabile sia una sconfitta onorevole. Nel senso che poi, alla fine, le percentuali dei candidati si avvicineranno molto e rispecchieranno lo scenario reale del Paese, che oggi vede destra e sinistra praticamente equidistanti. Penso, che alla fine, vincerà Hollande proprio per questa decisione del Fronte Nazionale, che nel momento in cui dice di votare scheda bianca, vuole sostanzialmente indicare che ciò che manca a Sarkozy per rimontare non arriverà in modo totale e forse neanche in modo parziale.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.