Nemmeno la presenza degli osservatori Onu ferma il massacro quotidiano dell’esercito di Assad: il "timido" atteggiamento dell’Onu non spaventa il regime e il numero di morti è ormai incalcolabile.
Più di un anno e 3 mesi di rivolte in Siria. La conta delle vittime è ferma da più di 6 mesi per impossibilità di conteggio: le vittime non si contano più! Prima ogni martire era un numero da aggiungere alla lista dei deceduti, oggi neanche quello. In Occidente si è iniziato a parlare della "primavera" siriana dopo un anno… forse perché prima non era importante? O forse perché non era importante far sapere che qualcuno stava lottando per la democrazia mentre noi in Italia stavamo ‘uccidendo la democrazia’ giorno per giorno. Oggi tutti sono diventati esperti di Siria e della rivolta siriana esprimendo giudizi sull'opposizione, sui manifestanti, persino sulle vittime; dimenticando che la rivolta siriana è una rivolta pacifica e per più di un anno le manifestazioni avvenivano sventolando innocue foglie di ulivo nelle piazze mentre mercenari sparavano all'impazzata, dimenticando che ogni siriano al mondo sta piangendo un familiare, un amico che da 40 anni a questa parte è stato torturato, ucciso, incarcerato.
Sembra quasi che il dittatore siriano sia nato ieri, dimenticando che sono 42 anni che la famiglia Assad governa la Siria senza essere mai stata democraticamente votata. Infatti Hafez Al Assad, padre dell'attuale presidente Bashar Al Assad, salì al potere dopo un colpo di Stato. Oggi l'Onu all'interno del Paese si fa promotore di diritti umani mancati, la stessa Onu che si è accorta che dei crimini in Siria dopo "soli" sei mesi. Sono stati inviati solo 105 osservatori Onu all'interno di un Paese di 20.446.609 di abitanti: un osservatore ogni 194.000 persone circa. Ad oggi i resoconti di queste missioni appaiono deludenti e scontati:
"L'esercito e i servizi di sicurezza del regime siriano sono i maggior responsabili delle violenze commesse nel Paese di Bashar al-Assad”.
E' questa la conclusione a cui è giunta la Commissione Onu d'inchiesta sulla Siria in un rapporto sulla situazione sul terreno, da marzo ad oggi. Nel documento si denunciano torture sui bambini, violazioni dei diritti umani, esecuzioni, arresti arbitrari, pesanti bombardamenti e veri e propri assedi ad opera delle forze governative, malgrado ad aprile sia entrato in vigore un cessate il fuoco accettato dal regime. Ma gli investigatori Onu citano anche resoconti su abusi ed esecuzioni commessi dai ‘dissidenti’. Frasi infelici e senza senso. Avevamo qualche dubbio sul fatto che la repressione fosse per mano dell'esercito di Assad? Migliaia di video e testimonianze girano nel web da oltre un anno...
Citare abusi ed esecuzioni dei "dissidenti" equivale a dire che uno stupro è dovuto all'abbigliamento della ragazza. Come se i dissidenti che cercano di difendersi fossero la causa della repressione operata da Assad. A tutto ciò ovviamente seguono dichiarazioni di "attentati terroristici","opposizione fatta anche dai fratelli musulmani", ecc. Sempre delle scusanti per legittimare e dare ulteriore tempo ad un tiranno di ammazzare più gente possibile. Ebbene non chiamateci salafiti, non chiamateci dissidenti, non chiamateci terroristi, ma chiamateci partigiani! Perché tutti i ragazzi di meno di 30 anni che manifestano fuori dalle università sono dei partigiani, gli stessi partigiani che anche in Italia hanno dato la vita per la democrazia.
La rivolta siriana è una rivolta pacifica in cui condanniamo ogni atto criminale nei confronti della vita umana. E una rivolta della dignità che mi porta a difendere le vite sacrificate nel Paese, le ragazze violentate più volte e i bambini torturati... perché essi non sono numeri. Non sono terroristi, sono partigiani!
Questo video è giunto alla nostra redazione inviato 'clandestinamente' da Aleppo.
Nel video si può leggere un messaggio rivolto al governo italiano e simbolicamente a tutti i paesi d'Europa.
Il video è stato girato il 26 maggio, durante il funerale di una vittima del regime di Assad: guarda il video
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