lunedì, maggio 28, 2012
Laicità e religione continuano ad intrecciarsi nella vita politica turca. Questa volta il leader islamico del Partito per la Giustizia e la libertà, che guida il Paese, Recep Tayyip Erdoğan, si riaffaccia sul tema dell’aborto, che definisce come atto criminoso, paragonabile all’omicidio, che, assieme al parto cesareo, mina la crescita della popolazione. 

E-ilmensile - Secondo Erdoğan il numero di abitanti, attualmente sono settantacinque milioni, dovrà arrivare nei prossimi anni ad ottanta milioni. Le dichiarazioni del Premier sono state supportate anche dal Ministro della Sanità, Fatma Sahin, che è ritornata soprattutto sulla questione del parto cesareo, che a suo dire comporterebbe seri rischi per le madri. Tali uscite hanno naturalmente scatenato sdegno dalle opposizioni ed in particolar modo dalla deputata del partito socialdemocratico di opposizione (Chp), Aylin Nazliaka, che ha definito Erdogan come un guardiano delle vagine, che limita le libertà individuali.

Si è fatto sentire anche il rappresentante dell’associazione degli avvocati di Istanbul, Hale Akgun, che ha ribadito come l’aborto sia un diritto delle donne per legge, che tutela quella parte di popolazione che non può permettersi un bambino, la cui nascita potrebbe essere un danno sia psicologico, che economico.

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