giovedì, giugno 28, 2012
Anche in Italia nasce un Osservatorio della Libertà Religiosa, promosso dal ministero degli esteri e da "Roma Capitale".

Radio Vaticana - L’iniziativa, presentata stamani a Roma, ha visto l’intervento dell’arcivescovo di Baltimora, William E. Lori e del coordinatore scelto per il nuovo organismo, il sociologo Massimo Introvigne che è stato anche Rappresentante per la lotta al razzismo e alla discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni presso l’Osce, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Sugli obiettivi dell’Osservatorio, Debora Donnini ha intervistato lo stesso Introvigne: ascolta

R. - Il suo scopo è duplice: assistere la diplomazia italiana negli sforzi, che per la verità sono molto intensi, per portare la libertà religiosa all’attenzione dei governi stranieri e delle istituzioni internazionali, e sensibilizzare l’opinione politica, i media e l’opinione pubblica italiana con opportune iniziative. Molto significativa la decisione di "aprire" con mons. Lori, l’arcivescovo di Baltimora, che è stato al centro di una serie di iniziative, che hanno richiamato l’attenzione sul fatto che anche in Occidente, anche negli Stati Uniti, soprattutto in alcuni settori come l’obiezione di coscienza, ci sono dei problemi di libertà religiosa.


D. - Anche in Occidente ci possono essere delle restrizioni…


R. - Questo è il punto che vogliamo sottolineare. Certamente l’Osservatorio come istituzione governativa italiana non si propone di interferire negli affari interni degli altri Paesi, tuttavia vogliamo promuovere una riflessione internazionale sul fatto che il valore della libertà religiosa oggi è in pericolo a causa di interpretazioni riduzioniste e ambigue. Non è in pericolo solo in Nigeria o in Pakistan, ma anche in Europa e anche negli Stati Uniti. Un settore molto importante è proprio quell’obiezione di coscienza non solo dei singoli, ma delle istituzioni quando si trovano di fronte a leggi - è il caso della riforma sanitaria Obama - che impongono, per esempio, di finanziare per i propri dipendenti l’aborto o la contraccezione. E’ vero che c’è un’eccezione per le Chiese, ma la nozione di “chiesa” è definita in modo molto restrittivo e non comprende una serie di istituzioni che dovranno o dovrebbero affrontare gravi problemi di coscienza. Ma ripeto, non è compito dell’Osservatorio entrare su questioni tecniche: quello che ci interessa in questa vicenda è che è la punta di iceberg. C’è stato un documento su problemi parzialmente analoghi dei vescovi canadesi, ci sono problemi in Gran Bretagna a livello di Consiglio di Europa e di Unione europea. La libertà religiosa è un problema anche in Occidente e non solo in Africa e in Asia.


D. - Il Paese che in questo periodo è tristemente in primo piano è la Nigeria, dove ci sono stati molti attacchi di questa setta islamica fondamentalista dei "Boko Aram" verso i cristiani, alle Chiese, mentre la gente andava a Messa. Questo è un dato drammatico…


R. - Questo è un dato drammatico su cui si deve fare di più. Il governo italiano invierà una missione in Nigeria per insistere su questo punto. E’ certo che nessuno di noi attribuisce al governo nigeriano la responsabilità di questi attacchi: anzi il governo nigeriano è un obiettivo ed è una vittima. E’ necessario, però, che l’azione di prevenzione e di repressione faccia un salto di qualità. Il problema non può essere solo nigeriano, perché è un problema regionale. E’ anche importante, come fanno i vescovi della Nigeria, sottolineare che non dobbiamo confondere "Boko Haram" o l’ultrafondamentalismo islamico con l’Islam nel suo insieme. In Africa ci sono esempi virtuosi di dialogo: io di recente sono stato in Senegal, dove i rapporti fra la comunità cristiana e i musulmani sono molto buoni. Non dobbiamo, quindi, generalizzare.


E su questo nuovo Osservatorio in Italia, ecco la riflessione dell’arcivescovo di Baltimora, William Lori, intervistato da Debora Donnini:


R. – The Observatory is a very important initiative ... L’Osservatorio è un’iniziativa davvero importante, un’iniziativa lodevole per monitorare violazioni della libertà religiosa nel mondo, ma anche per promuovere una buona comprensione della libertà religiosa. Spero che possa essere imitata largamente non solo in Europa, ma in Occidente e in molte parti del mondo.


D. – Lei ha parlato della riforma sanitaria dell’amministrazione Obama. Cosa vuole dire al riguardo?


R. – The bishops of the United States have always ... I vescovi degli Stati Uniti hanno sempre appoggiato l’accesso per tutti all’assistenza sanitaria, coerente con l’insegnamento sociale della Chiesa, ma abbiamo anche chiesto di non usare i soldi della tassazione federale per l’aborto e di essere certi di tutelare il diritto di coscienza di tutti. Sfortunatamente, queste due cose non sono rientrate nella legislazione ed ora vediamo che il governo sta cercando di forzare le istituzioni religiose e i credenti a non rispettare la loro coscienza con l’istituzione e la promozione di servizi contrari al nostro insegnamento. Quindi, ci troviamo di fronte ad un governo che si è posto una buona meta politica assicurando l’assistenza sanitaria, ma che la applica nella maniera sbagliata, perché costringe la Chiesa a non rispettare alcuni suoi insegnamenti e gli individui a non rispettare la loro coscienza. Pensiamo che questa sia una cosa molto negativa e quindi la stiamo combattendo.


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