venerdì, giugno 29, 2012
I valori che dominano nella società attuale sono successo, potere, denaro,edonismo. Tutti valori materialisti antitetici ai valori spirituali (il Sacro, il Mistero, la Trascendenza)

di Alberto Giannino

Benedetto XVI è ritornato a parlare del tema di Dio davanti a 7mila persone nella scorsa Udienza generale. Secondo il Papa molte persone oggi, nella società edonista, materialista e consumista, vogliono essere come Dio, alla sua altezza. E qui Benedetto XVI ha fatto riferimento alla logica umana che ricerca spesso la realizzazione di se stessi nel potere e nel dominio. Dio - secondo il Pontefice - deve essere invece “l'unico Signore della nostra vita'' anche se sono tanti i “dominatori che la vorrebbero indirizzare e guidare”.In questa società pluralista, relativista e nichilista contano soprattutto i valori del denaro, del successo e del potere. E il loro messaggio subliminale è il seguente: se non appari non conti. Una società dove vengono accantonati il mistero, il sacro e la trascendenza, perché sono diffusi l’indifferenza religiosa e l’ateismo. L’uomo vive come se Dio non esistesse: non è contro Dio ma vive senza Dio. Senza i valori del bello, del vero, del giusto, dell’amore, dell’amicizia, della giustizia e della verità. Ma come fare per contrastare i dominatori di quest’epoca? La ricetta del Papa è semplice: seguire e imitare Cristo. Quel Cristo che però ha due nature: umana e divina, cioè è Uomo e Dio. Un Maestro, un Profeta, un Salvatore e Dio. E non già solo un rivoluzionario, un leader e un personaggio storico, come asseriscono alcuni teologi e preti in odore di eresia. Secondo Benedetto XVI bisogna credere sia al Cristo della fede sia al Gesù storico. Mentre oggi sono molti coloro che credono solo al Gesù storico proclamando di fatto la morte di Dio, come il vescovo anglicano J.A.T. Robinson e i teologi Hamilton, Th. Altizer, G. Vahnian, H. Cox e P. Van Buren.

Benedetto XVI critica l’arrivismo, il potere, la superbia, la zizzania e la sporcizia morale, non solo nella Chiesa ma nella società e lo fa con grande onestà intellettuale. Da anni richiama i credenti alla morale cattolica e ai valori non negoziabili, ma da un po’ di tempo insiste sulla fede affinché questi concetti siano recepiti dai credenti. E quest’anno ha indetto l’Anno della Fede. Non si può infatti vivere senza la fede, la preghiera e i Sacramenti. Non si può celebrare l’Eucarestia dove c’è la presenza reale del Corpo e del Sangue di Cristo e non già solo la Memoria (o Memoriale) con superficialità e leggerezza. “La fede – c’è scritto nella Lettera agli Ebrei – è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono”.

Il vero problema della Chiesa oggi è la scristianizzazione, il neopaganesimo e la secolarizzazione (ma forse è meglio parlare di secolarismo). Perciò Benedetto XVI ci richiama alla sequela di Cristo (Uomo e Dio) e perciò ha creato un Dicastero per la nuova evangelizzazione affidato all’arcivescovo Rino Fisichella. Benedetto XVI è consapevole che senza un’adeguata cultura religiosa gli uomini e le donne del nostro tempo non potranno accrescere dentro di loro la fede, cioè l’adesione piena e totale a Cristo e al Vangelo. Papa Benedetto XVI nel suo cuore pensa certamente che “senza la fede è impossibile essere graditi a Dio; chi infatti gli s'accosta deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano” (Lettera agli Ebrei). E con Dante nel Paradiso (canto XXIV) direbbe anche "...e credo in tre persone etterne, e queste credo una essenza sì una e sì trina, che soffera congiunto 'sono' ed 'este'..."

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