E' stato fermato Giovanni Vantaggiato, 68 anni, padre di due figli e proprietario di un negozio di carburanti. Avrebbe ammesso di aver pensato e confezionato la bomba, ma le sue dichiarazioni non convincono gli inquirenti
E-ilmensile - Si chiama Giovanni Vantaggiato, ha 68 anni. è proprietario di un negozio di carburanti e vive a Copertino – Lecce – l’uomo che avrebbe ammesso le proprie responsabilità nell’attentato alla scuola Morvillo di Brindisi del 19 maggio scorso, nel quale ha perso la vita la studentessa Melissa Bassi. Dopo nove ore d’interrogatorio, l’uomo, sposato con due figli, avrebbe fatto le prime ammissioni su elementi difficili da negare visti i filmati delle telecamere di sorveglianza appostate proprio di fronte all’istituto: “Sì, quella bomba l’ho fatta io da solo. L’ho pensata e l’ho costruita”.
Ma nelle dichiarazioni appena rilasciate dal procuratore della Dda di Lecce Cataldo Motta emergono delle grandi perplessità sulla confessione di Vantaggiato che Cataldo Motta definisce non “soddisfacente”, per cui “le indagini comunque continueranno per completare il quadro investigativo”. Resta, infatti, ancora avvolto dal mistero, invece, il movente.
Il capo della polizia, sin da ieri mattina, ha iniziato ad ammettere, seppur vagamente, la svolta nelle indagini: “Su Brindisi ho sentito tante sciocchezze, la mafia locale, terrorismo brigatista, Cosa Nostra. Ma non c’entrano né la mafia né gli anarco-insurrezionalisti del Fai – ha detto Antonio Manganelli agli allievi della scuola di polizia interforze -. Noi ci troviamo di fronte a indagini che devono dare una risposta e quando sapremo chi è stato sapremo anche la matrice. E ci arriveremo a chi è stato”. Poi in serata la dichiarazione sulla “svolta definitiva” frutto del “grande lavoro dei magistrati e della splendida sinergia tra carabinieri e polizia” che “si sono impegnati con passione e competenza, a dispetto di tutte le teorie emerse in questi giorni”. Investigatori e inquirenti erano dunque convinti sin dalla mattinata di ieri che a premere il pulsanti per attivare l’ordigno fosse proprio Vantaggiato, poi sono arrivati i riscontri e le verifiche per poterlo fermare.
Prima della sua confessione, infatti, una serie di elementi “altamente significativi” lo inchiodavano, a partire dalla somiglianza, appunto, tra l’uomo delle riprese e il proprietario del deposito di carburanti. Vantaggiato, inoltre, ha dimestichezza con gli esplosivi – visto il suo lavoro – e ha un problema al braccio destro, un elemento che era stato ipotizzato dagli investigatori subito dopo aver visto il video dell’attentatore. Altre riprese di varie telecamere di sorveglianza nell’area intorno alla scuola riportano, inoltre, due automobili riconducibili proprio a Vantaggiato: una Punto Bianca vista molte volte prima della tragedia e un’altra vettura intestata a un suo familiare. Infine anche il ripetitore della scuola avrebbe agganciato in orari legati all’esplosione e al passaggio delle vetture il cellulare di Vantaggiato.
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