mercoledì, giugno 13, 2012
Renato Zilio ci parla del libro di Maria Grazia Fida su don Milani (edito dalle Paoline)

“Educare alla pace”: in questo titolo due parole chiave, anzi tre, tracciano il cammino di questo lavoro, come hanno segnato la vita dell’indimenticabile curato di Barbiana. “Educare” mette in luce l’animus squisitamente pedagogico di questo prete di montagna. Ma a differenza di altri preti e dei suoi tempi, lui non predica dal pulpito con il loro stile retorico infarcito di eloquenza antica e di citazioni latine. Preferisce, invece, un altro tipo di comunicazione. Si accosta alla gente. Palpita con i più poveri. Si fa interlocutore di ragazzi incolti e selvatici come le loro capre, in un mondo sperduto dove l’umano e l’animale si ritrovano quasi in simbiosi. Si mette in ascolto della loro vita e della loro dignità. Il maestro ascolta, anzittutto. Per aiutare a diventare “persona”, apertura alla comunicazione e alla trascendenza, a “sviluppare tutte le proprie qualità potenziali”.

Ne costruisce così, miracolosamente, degli uomini di domani. Degli esseri riflessivi, interattivi e critici. E assieme a loro “de-costruisce” un mondo antico, retorico, diviso in classi tra i padroni e i poveri cristi, questi ultimi rassegnati alla loro sorte. O fortemente rivendicativi come i comunisti, tanto che a un funerale “la bandiera del partito comunista entra in chiesa: un fatto imprevisto e mai accaduto prima”. Egli prende per mano questi ragazzi, per partire con loro alla scoperta del mondo degli adulti e delle loro convenzioni, insegnando l’importanza strategica del parlare, della parola. E proprio la parola diventa come un filo di Arianna per entrare nel mondo complicato, istituzionale e formale dell’adulto. Ne smontano i meccanismi. Ne carpiscono il senso. Quasi come quando si aprono delle noci, dove l’aspetto ludico e quello nutritivo si ritrovano insieme: una pedagogia che sa di rivoluzione. E questa prenderà il suo nome.

Nel titolo del libro il termine “alla” ne indica il cammino, lo sforzo, il continuo rimestare e riadattare “gli utensili del mestiere” della parola e del pensiero. Per sentirsi crescere dentro degli uomini coscienti, responsabili, accompagnati interiormente da un suo originale mantra: “I care”. Un inedito parallelo con la figura di Don Bosco permette ancora di sottolineare la stessa passione e compassione per il mondo dei giovani, oltre al valore per i due del binomio “libertà-responsabilità”. Coltivando l’arte di “immergere i giovani in problemi concreti,” e non solo nei libri, sapeva “suscitare in loro sentimenti profondi su ciò che è giusto, e su ciò che non è giusto”.

“La pace”, infine, è sempre un orizzonte, come una promessa di Dio, come la passione accettata, sofferta del Cristo. È impegno di lotta, di resistenza, di pazienza e di giustizia, coniugata quest’ultima non tanto sull’avere ma sull’essere, sul tessere relazioni giuste, sul vivere “un profondo rispetto della dignità umana della persona”. Emerge l’importanza fondamentale della coscienza, in tempi che si nutrono invece di norme, di regole, di status quo e di adeguamento di facciata. Ma “ogni volta che si dice no alla coscienza, si dice no al proprio cammino di libertà e di santità”. La coscienza, come principio di umanità, sa far ricordare, allora, la realtà dell’atomo e della sua potenza: essa sconvolge ogni sistema, per riportare l’essere umano alla sua essenza, al suo centro ispiratore. La coscienza è sacrario dell’uomo quando incontra Dio. Resta questa, ancora oggi, una lezione attuale per tempi in cui pace e educazione sembrano termini insoliti e peregrini “in una società sempre più consumista e individualista.” Hanno quasi il valore di una perla perduta, che questo libro dà la gioia di ritrovare. Come un’altra perla. Attraverso lui e il suo esilio a Barbiana “era germogliato in molti il desiderio della vera pace, il desiderio di Dio”.

Sono presenti 3 commenti

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Da Roberto:
"Leggerò con interesse questo nuovo lavoro "Educare alla Pace.La via di don Milani" che,ne sono sicuro, susciterà interesse in molti educatori sinceramente interessati. Leggendo la recensione, di Renato Zilio, si sente fortemente la voce del maestro, e lo spirito di don Lorenzo Milani!"


Roberto
mastrodonato.roberto@virgilio.it

Unknown ha detto...

"Educare alla Pace. La via di don Milani": Un piccolo Saggio che consiglio vivamente ....e nel quale emergono interessanti contenuti sull'ingiustizia di oggi.

Scrive Luca Miele, su l'Avvenire del 25 luglio 2012, "... Maria Grazia Fida, coglie la "rivoluzione" di don Milani proprio nell'intento di "dare la parola ai poveri". "una scelta - scrive Fida - che susciterà un processo di uguaglianza evangelica così dirompente da mettere il sistema sociale, politico ed ecclesiastico del suo tempo in crisi". (...) Un inedito parallelo con la figura di don Bosco permette ancora di sottolineare la stessa passione, in problemi concreti, "Libertà- responsabilità".
Un bellissimo libro che diverrà in futuro un prezioso documento per la causa di Beatificazione del grande Prete di montagna Don Lorenzo Milani, patrimonio dell'Umanità!

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