A più di 30 anni dalla sue entrata in vigore, nel 1981, i militari hanno annunciato che lo stato d’emergenza in scadenza oggi non sarà rinnovato. La legge di fatto garantiva alle forze di sicurezza e al regime ampi poteri e discrezionalità nel loro operato oltre che limitazioni di libertà e la possibilità di ricorrere a tribunali speciali.
Misna - A riferirlo è stato il Supremo consiglio delle forze armate – la giunta che da oltre un anno gestisce la transizione dalle dimissioni dell’ex presidente Hosni Mubarak – con una nota ripresa dall’agenzia di stampa Mena. “L’esercito manterrà la responsabilità di proteggere la sicurezza della nazione e dei cittadini – si sottolinea nella nota – nell’ottica della fine dello stato d’emergenza e nei limiti consentiti dalla Costituzione e dalle leggi” fino al 30 giugno, giorno in cui i poteri saranno trasferiti alle nuove istituzioni legittimate dalle elezioni. Nel comunicato i militari hanno invitato poi il parlamento a adottare una legge che ratifichi la fine di tutte le misure straordinarie.
Lo stato d’emergenza aveva accompagnato tutti i 30 anni del regime di Mubarak e proprio su Mubarak sarà chiamato ad esprimersi il prossimo sabato il tribunale incaricato di giudicare l’operato dell’ex presidente nell’ambito della repressione delle manifestazioni antigovernative dello scorso anno.
Per l’atteso appuntamento con la giustizia e in considerazione di possibili incidenti subito dopo la lettura della sentenza il ministero degli Interni ha ordinato il dispiegamento di 160 carri armati e di circa 20.000 uomini delle forze dell’ordine.
Gli ultimi avvenimenti arrivano a poche settimane dal ballottaggio delle elezioni presidenziali (16 e 17 giugno) che, in maniera inattesa, vedrà il confronto tra il candidato dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsy, e l’ex primo ministro Ahmed Shafiq, vicino ai militari e rappresentante del vecchio regime.
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