domenica, giugno 17, 2012
Alla vigilia delle cruciali elezioni politiche di domani in Grecia, il presidente francese, Francois Hollande, ha avuto nel pomeriggio un colloquio con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Si è trattato – rende noto l’Eliseo – di una telefonata “fruttuosa” sulle prospettive della Grecia in vista del G20 in Messico e del prossimo Consiglio europeo.

Radio Vaticana - Il risultato delle elezioni elleniche sarà determinante per la permanenza di Atene nella zona Euro. Nell'ultimo comizio elettorale, il leader conservatore Antonis Samaras ha affermato che il voto di domani sarà una scelta "tra l'euro e la dracma". Sull’importanza di questa tornata elettorale, Salvatore Sabatino ha intervistato Franco Rizzi, docente di Storia dell’Europa presso l’Università "Roma Tre" e direttore dell’Università del Mediterraneo:
R. – L’importanza è capire che i greci hanno davanti a sé la possibilità di fare delle scelte che saranno condizionanti anche rispetto al futuro. Però, il problema vero è che bisogna posizionarsi verso le difficoltà che ha la gente. Difficoltà che si sono espresse anche nella frantumazione dei partiti politici, nella risorgenza anche di rigurgiti neonazisti, in un’esasperazione che è dovuta anche al fatto che la politica, in Grecia, ha sbagliato.


D. – Adesso ci troviamo di fronte ad un bivio, ovviamente, essendo questa un’elezione importante, a livello europeo: si costruirà l’Europa unita, andando avanti verso un percorso politico, oppure si sfascerà tutto…
R. – Io penso che il grosso problema sta proprio in questo passaggio, nel fatto che l’Europa non può andare avanti soltanto con un’unità economica e finanziaria; l’Europa può andare avanti nella misura in cui riuscirà ad arrivare ad un’unità politica. Credo che vada inserito in un processo lungo. Non ci dimentichiamo che non è che stiamo parlando di secoli: stiamo parlando di un periodo che va dalla fine della Seconda Guerra mondiale, quando si è innescato con un processo in Europa che, secondo me, con tutte le limitazioni, è un processo virtuoso. E’ iniziato con l’unificazione delle dogane e con gli aspetti economici, ma che deve assolutamente toccare anche questi aspetti politici, risolvere questo problema in termini politici.


D. – Questa estrema frammentazione politica all’interno del panorama politico greco, aiuta o peggiora la situazione?
R. – In questo momento, certamente la situazione greca – con questa frantumazione – non aiuta. Però, questa situazione dovrà pure cristallizzarsi in un assetto politico dei partiti politici, forse diverso da quello che esiste. Quindi, bisogna avere sempre un occhio e non confondere la cronaca con la storia.


D. – Se la Grecia uscisse dall’area Euro – tutti gli analisti sono concordi – sarebbe un disastro per il Paese; però, sarebbe un segnale forte e preoccupante per l’intera Europa…
R. – Questo è indubbio. Però, tutto questo – ancora una volta – va inserito in questo processo di crescita dell’Europa. Non è vero che oggi siamo di fronte ad un processo di arresto; apparentemente, tutta una serie di segnali che noi abbiamo ci fanno pensare a situazioni di disgregazione, mentre è compito dei politici, compito dei dirigenti, della società riaffermare la priorità di questa unione politica.


D. – Come si può, comunque, iniziare questo percorso verso l’unione politica? Mi fare, infatti, che i singoli Stati in questo momento siano più concentrati sulle singole situazioni…
R. – Questo avviene già, perché fa parte del dibattito. Quando scoccherà l’ "ora x" è difficile poterlo dire, ma tutto questo è in una situazione in progress per cui, mentre si sta parlando di economia, di come salvare l’Euro, di come salvare alcune situazioni più esposte, già si sta parlando di politica; si sta parlando se accettare una certa via anziché un’altra. Quindi, il fatto economico non è solamente un fatto tecnico: è anche un fatto di carattere politico...

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