domenica, giugno 10, 2012
“È necessario riattivare i reattori nucleari”, ha detto il Premier giapponese, Yoshihiko Noda, in una conferenza di stamattina, 8 giugno, precisando però che questi saranno “a protezione della vita delle persone evitando, con le misure di sicurezza, possibili incidenti come quello di Fukushima”.

E-il mensile - “E’ vitale riaccendere le unità n. 3 e 4 della centrale di Oi della Kansai Electric. Il nucleare e’ cruciale per il Giappone, che è privo di risorse naturali”, ha aggiunto il Premier, assicurando la progressiva riduzione della dipendenza dall’atomo a uso civile. La decisione di riavviare i reattori è stata ribadita più volte da Noda “essendo nell’interesse della vita delle persone”. L’energia nucleare appare, infatti, una fonte vitale di energia per il Giappone e “la sua economia non ne può fare a meno”, sottolinea ancora Noda nella conferenza stampa trasmessa in tv a livello nazionale, evidenziando un dato importante: “Prima della crisi di Fukushima il 30 percento del fabbisogno elettrico giapponese era generato dall’atomo”.

L’appello pubblico e’ stato deciso dai vertici politici giapponesi sia per ottenere “la comprensione popolare” al piano del governo che prevede di far ripartire i reattori che avranno soddisfatto determinati requisiti di sicurezza, sia per andare incontro alle amministrazioni locali che dovranno supportare una decisione abbastanza impopolare.

Issei Nishikawa, governatore della prefettura di Fukui (il cuore nucleare del Sol Levante con i suoi 14 reattori), è uno di quelli che più ha insistito perché Noda mandasse un messaggio chiaro ai cittadini giapponesi sulla necessita’ del riavvio.

Ci sono attualmente 50 reattori in Giappone, tutti fermati dopo l’incidente di Fukushima causato dal sisma-tsunami dell’11 marzo 2011. La maggior parte di questi e’ stata bloccata per una manutenzione ordinaria, obbligatoria ogni 13 mesi, ma il timore di un altro incidente ha finito per bloccarne la ripartenza. L’amministrazione Noda però, di fronte ai seri rischi di blackout e alle ingenti importazioni di gas per alimentare le centrali termoelettriche, sta portando avanti in questi giorni una “moral suasion“, anche in vista della grave carenza elettrica di alcune aree.

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