martedì, giugno 26, 2012
Per la prima volta, dopo 23 anni di attività cittadina e 17 di attività specifica sulla riduzione del danno, pur con rammarico, la sede di Milano della Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids ha deciso di non presentare progetti di prevenzione nell’ambito delle tossicodipendenze, in aperta polemica con la Regione Lombardia.

Volontariatoggi - Per il manifestato graduale abbandono di ogni interesse per le tematiche Hiv e Hcv e i conseguenti tagli economici (fino a sospendere i finanziamenti per progetti di distribuzione e scambio di siringhe), e per il mancato riconoscimento delle professionalità verso una riorganizzazione al ribasso, in senso anche economico, che finirà di fatto per impedire l’azione sanitaria. Questa è la situazione a cui viene ridotto il privato sociale nella cittàstoricamente in vetta a tutte le rilevazioni di consumo e di sequestri di sostanze, e in particolar modo di eroina (oltre 60 kg sequestrati nel 2011, quasi 50 kg solo nei primi tre mesi di quest’anno). Una piccola buona notizia è invece nell’accordo “Detenzione e Hiv” siglato recentemente da ministero della Salute e Conferenza Stato-regioni. Dove si legge che rapporti sessuali e scambi di siringhe sono “pratiche non infrequenti in ambito penitenziario”. E che “sarebbe importante avviare seri programmi di Prevenzione e Riduzione del Danno così come avviene negli altri paesi europei”, dove per “seri programmi” non si può non intendere il rendere legittimi per i detenuti preservativi e siringhe sterili, come ripetutamente indicato da ONU e OMS e come già accade in Spagna, Svizzera, Germania, Scozia e come dovrebbe accadere anche in Italia.

Le politiche antidroga nazionali sono ora affidate al ministro per la Cooperazione Internazionale Andrea Riccardi, mentre è ancora alla direzione del Dipartimento per le Politiche Antidroga il dottor Giovanni Serpelloni, nominato dall’ex sottosegretario Carlo Giovanardi, firmatario con l’attuale presidente della Camera Gianfranco Fini “di una legge altamente repressiva e stigmatizzante tuttora in vigore – si legge in una nota – causa non secondaria dell’abnorme sovraffollamento delle carceri italiane. Il Dipartimento dovrebbe ricordare che strategie di prevenzione dell’uso di sostanze e riduzione del danno sono cose diverse, e non vanno messe in competizione”.

La Lila chiede anche in occasione della Giornata mondiale contro la droga di quest’anno che le attività di riduzione dei danni conseguenti all’assunzione dei sostanze, e in particolare delle patologie correlate, vengano sostenute e potenziate, e non svilite, anche in considerazione del patrimonio di conoscenze e professionalità e del prezioso e documentato ruolo svolto da decenni a questa parte del privato sociale, che non può certo dirsi esaurito. Che tali attività vengano comprese anche negli istituti penitenziari. Che si ricominci a informare la popolazione giovanile, che appare oggi pericolosamente inconsapevole di quali siano e che conseguenze provocano i comportamenti a rischio, anche in considerazione di un rinnovato, o sarebbe meglio dire mai sopito, “interesse” per l’eroina, come confermato anche dall’ultimo rapporto Espad-Cnr. Che abbia fine la criminalizzazione dei consumatori di sostanze.

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