giovedì, giugno 21, 2012
Ritorna, oggi, la “Giornata Nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma”, promossa dall’AIL, associazione impegnata nella ricerca, nella cura e nel sostegno dei malati di queste forme tumorali e delle loro famiglie

Radio Vaticana - Nella conferenza stampa tenuta oggi a Roma è stato presentato il numero verde messo a disposizione per la Giornata, l’800.22.65.24, per chiedere informazioni sulle terapie e si è dato conto dei successi più recenti, in particolare riguardo alla leucemia meloide cronica. Al microfono di Adriana Masotti, l’ematologo Franco Mandelli, presidente nazionale dell’AIL: ascolta. R. – La leucemia mieloide cronica era una malattia in cui le cure consistevano solo nel trapianto di midollo perché non c’erano farmaci attivi . Poi è stato identificato un farmaco, che agisce a livello molecolare, quindi, blocca la trasformazione leucemica. Con queste terapie si deve andare avanti per molto tempo, ma il trapianto di midollo non esiste più, se non eccezionalmente, perché la cura dà dei risultati incredibilmente buoni. Questo riguardo alla leucemia mieloide cronica. Però, ci sono tante altre malattie tumorali del sangue in cui abbiamo realizzato, nel mondo, delle acquisizioni scientifiche che hanno cambiato la cura delle malattie e quindi la prognosi. Ci sono malattie che guariscono addirittura nella stragrande maggioranza dei casi, ma anche se non si arriva sempre alla guarigione, si arriva alla cura.

 D. - Tutti questi progressi incentivano anche la generosità di tanti, che in questa occasione della Giornata, viene chiamata in causa. Ma c’è un’altra iniziativa per domani: un numero verde, attivo dalle 8.00 alle 20.00, a cui risponderanno illustri ematologi italiani -anche lei- sulle richieste dei malati stessi. Vuol dirci qualcosa su questo?

 R. - Ci si potrebbe domandare: se nei centri di ematologia i medici, i biologi, gli infermieri sono bravissimi, che bisogno c’è di creare una linea in cui non si paga nulla e si può parlare con grandi esperti? Il motivo è semplice: in ospedale, il tempo a disposizione per parlare con un malato è molto limitato; ma a parte questo, il malato può vergognarsi di fare domande al suo medico. Invece, al telefono, non ha bisogno di dire il suo nome; quindi i malati parlano liberamente e si sentono tranquilli dopo aver ricevuto risposte che li soddisfano. In altre parole si tolgono dei dubbi. E questi dubbi, qualche volta, rendono la vita del malato non bella.

D. - Concludiamo con un’altra iniziati dell’AIL di cui si è parlato oggi: “Sognando Itaca”: che cos’è?

R. - È veramente un sogno. Ma noi lo abbiamo realizzato organizzando mini crociere all’inizio lungo tutte le coste italiane, quest’anno lungo l’Adriatico. I malati che vi prendono parte, quando sono in barca non pensano più alla loro malattia, ma pensano alla libertà che dà il mare, che dà il vento, che danno le onde. Quindi è una specie di terapia contro la depressione che può comportare una malattia qualche volta anche grave. Posso finire facendo un appello? Non dobbiamo dimenticarci di una cosa meravigliosa: quella di donare il proprio sangue. Perché il sangue, serve per tutti i nostri malati ematologici, ma può servire dopo un incidente, prima di un intervento chirurgico… La donazione del sangue può salvare una vita. Quindi invito tutti, giovani e meno giovani, a diventare donatori di sangue.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa