Grecia verso un governo di unità nazionale. Secondo tutte le indicazioni, non si esclude che il nuovo esecutivo possa prendere forma già oggi.
Radio Vaticana - I leader dei tre partiti che ne faranno parte, Antonis Samaras di Nuova Democrazia, Evanghelos Venizelos del Pasok e Fotis Kouvelis di Sinistra Democratica, sono d'accordo sul programma di base. Salvatore Sabatino ha chiesto un commento alla giornalista greca Vassiliki Markaki, raggiunta telefonicamente ad Atene: ascolta
R. – E’ la prima volta che c’è un po’ più di ottimismo. C’è un po’ più di ottimismo pensando che i politici senz’altro hanno imparato la loro lezione. I due grandi partiti che hanno governato la Grecia negli ultimi 40 anni hanno avuto un crollo impressionante, anche se hanno vinto le elezioni
. Fotis Kouvelis è questa aria nuova di sinistra, che però è abbastanza moderata da potersi mettere d’accordo con gli altri due. C’è un’aria di ottimismo e una voglia di ricominciare.
D. – L’esecutivo, secondo le previsioni, avrà una durata di due anni, durante i quali potrebbe trattare con i rappresentanti dei creditori internazionali le possibili modifiche da apportare al memorandum. Avrà la forza per raggiungere questo risultato?
R. – Nel parlamento avrà un’amplissima maggioranza: arriveranno ad avere 175 parlamentari sui 300 e per di più la parola “rinegoziare” è diventata la parola d’ordine negli ultimi tempi, con modalità diverse per ognuno dei partiti che hanno partecipato alle elezioni. Non c’è dubbio che ci vorranno delle correzioni: sarà un prolungamento nel tempo, saranno le misure di crescita per aiutare l’austerità: qualcosa si deve pur fare.
D. – Può essere, questo, considerato un governo a metà strada tra il tecnico ed il politico?
R. – Non direi proprio un governo tecnico, perché sono puri politici di razza, tutti quanti: sono partiti tradizionali. Però, come ho già detto, credo che i politici abbiano avuto la loro lezione, credo che questa volta ci sarà molta saggezza, se non altro nell’amministrare i soldi pubblici.
D. – Le elezioni greche sono state osservate ovviamente con molto interesse dalle istituzioni europee, con molti appelli alla responsabilità. Il risultato uscito dalle urne è stato, di fatto, rispondente a questi appelli. I greci hanno sentito il peso della responsabilità?
R. – Leggevo diversi commenti che, mentre prima delle elezioni tutti aspettavano un voto di protesta o un voto di speranza, sembra che i greci abbiano votato con disperazione e responsabilità. Non c’è dubbio che questo risultato che ha rafforzato, rispetto a maggio, i partiti tradizionali sia un ordine a fare un governo e a governare: a governare bene per riuscire a dare al Paese almeno un barlume di speranza. E’ veramente pesante, la situazione economica: è veramente pesante avere un 40 per cento di disoccupazione e pensare che un negozio su tre ha abbassato le saracinesche. Significa che c’è una famiglia su tre senza nessun introito.
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