giovedì, giugno 14, 2012
Il 18 giugno andrà effettuato il primo pagamento. Un’imposta che ovviamente non piace ai contribuenti, apparendo una patrimoniale mascherata che colpisce i meno ricchi  

Città Nuova - Il conto alla rovescia è cominciato. Entro lunedì 18 giugno dovrà essere pagata la prima rata dell’Imu. Per calcolarla i cittadini hanno dato l’assalto ai centri di assistenza fiscale. Certo, la scelta della data non è stata delle più felici, visto che nella stessa settimana cade il termine ultimo per presentare il 730, e le file ai Caf sono interminabili, con impiegati sfiancati e contribuenti afflitti. In particolare si scorgono anziani che, dopo il conteggio del dovuto, escono dagli uffici stremati, con le spalle più curve del solito. «Che rabbia provo a dover pagare l’Imu – mi dice una quarantenne con due figli piccoli –. Abbiamo penato tanto per comprare la casa e ora questa nuova batosta proprio non ci voleva». Il fatto è che questa imposta proprio non piace. Non è approvata dai partiti, che tuttavia ringraziano Monti per averla applicata al posto loro, e non la vuole la gente, soprattutto le persone meno ricche, che pagavano poco o niente quando c’era l’Ici e non si doveva pagare per la prima casa.

Il fatto è che i soldi da qualche parte il governo doveva trovarli, soldi veri, non soldi promessi per chissà quando. Aveva due scelte: o una tassa sui patrimoni, o una tassa solo sulla casa. Visto il veto posto da alcune forze politiche alla prima soluzione, la via per il governo Monti era obbligata. Nei fatti l’Imu si rivela una patrimoniale camuffata, che colpisce indistintamente, ma soprattutto i proprietari meno abbienti.

Breve sondaggio Francesco vive in una casa di 70 metri quadrati, con tre camere, ubicata in una frazione di un piccolo comune turistico. Quando c’era l’Ici, complessivamente pagava 40 euro. «La prima rata dell’Imu – spiega – è stata di 103 euro. Entro fine anno, quindi, dovrò pagare oltre 200 euro, sempre che il comune non decida di imporre una propria percentuale aggiuntiva». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giovanni. Insieme alla moglie e ai figli vive in un piccolo comune del centro Italia, in una casa di 120 metri quadri. «Essendo la nostra unica casa – dice – non pagavamo l’Ici. Invece, adesso, dobbiamo pagare 600 euro di Imu. Per noi è un grave colpo. Purtroppo questa imposta non tiene adeguatamente conto del carico familiare: ci sarebbe bisogno di esenzioni più significative per le famiglie. Inoltre, si dovrebbero prevedere degli elementi migliorativi, come un’aliquota più bassa per le case date in affitto e per il comodato gratuito tra familiari, che non viene preso in considerazione». In crisi anche una coppia di pensionati del Sud Italia: la loro casetta è ubicata nel centro storico, per l’Imu dovranno pagare oltre mille euro.

 Ma come si calcola l’Imu? Qualcuno, più esperto, ha fatto da sé. La maggior parte della popolazione, invece, sta facendo ricorso ai Caf. Tuttavia, dicono dai centri di assistenza fiscale, c’è il pericolo che tanti decidano di non pagare, per contrarietà all’imposta o per mancanza di liquidità. Concretamente, si parte dalla rendita catastale, che va rivalutata e sulla quale si calcola il valore catastale dell’immobile ai fini dell’Imu. Poi, si valutano le aliquote, che variano a seconda che si tratti della prima casa o di altre proprietà. Infine, ci sono le detrazioni, che aumentano se ci sono figli conviventi. Il pagamento può essere eseguito in un'unica soluzione o a rate. Nel 2013, è stato detto, il gettito dell’Imu sarà destinato esclusivamente ai comuni. Già adesso, tuttavia, gli enti locali possono intervenire per aumentare o diminuire le aliquote. Per quanto odiosa e inopportuna possa sembrare, l’Imu comunque va pagata. Chi non lo facesse, oltre a commettere un reato, rischia di ricevere una cartella esattoriale con un importo maggiorato.

Sara Fornaro

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