La Società degli Archeologi Nazionali ha realizzato uno spot che mette in risalto il rischio concreto di perdere l’immenso tesoro sparso nel territorio della nazione ellenica
E’ solo una pubblicità ma sembra un thriller, dove le toccanti immagini lanciano un forte messaggio che rende perfettamente l’idea di quanto sta accadendo in Grecia. La location dello spot è il Museo Archeologico Nazionale di Atene e fra le sale che conservano alcuni tesori inestimabili da tutto il mondo c’è una bambina che si allontana dalla madre girovagando nella galleria; ad un certo punto la ragazzina si ferma ad osservare una statuain marmo e una mano da dietro le copre la bocca… poi il buio e l’immagine della bambina che sconsolata si ritrova di fronte il vuoto, perché in realtà i rapitori hanno rubato la scultura. Nello stesso museo, infatti, sono state sottratte due tele di Picasso e di Mondrian mentre dal museo di Olimpia due rapinatori hanno portato via refurtiva “per un valore incalcolabile”, come ha dichiarato il sindaco Thymios Kotzias: le vestigia dei giochi olimpici, ben 68 pezzi, tra cui trofei in bronzo e ceramica, oggetti vinti nelle gare dagli atleti che gareggiarono nel 776 a.C. nei giochi in onore di Zeus.
Di certo quello che è successo provocherebbero l’ira del padre degli dei, che non esiterebbe a punire i colpevoli di questo scempio. A sostituire l’azione divina è giunta la Sea, Società Archeologi Nazionali, con questa iniziativa di certo più concreta e terrestre. La diffusione dello spot è un modo per focalizzare un problema nazionale da non trascurare, dato che da sempre il turismo è stato per la Grecia una delle principali fonti di guadagno. Il territorio ellenico possiede 210 musei e 19.000 siti archeologici e monumenti, ma la protezione di questo patrimonio artistico sembra non essere una delle priorità del Governo, che invece potrebbe trovare proprio in esso una speranza più concreta per risollevarsi dalla crisi. Il Fondo Monetario Internazionale, infatti, ha messo in atto una serie di tagli dei fondi pubblici provocando l’interruzione delle ricerche, la chiusura di alcuni musei per mancanza di personale e soprattutto la “efedrìa”, una forma di prepensionamento del personale specializzato che ha visto la riduzione da 1100 a 900 archeologi. L’assenza di organico necessario per la tutela dei beni archeologici fa presagire un futuro triste per la Grecia, che sembra essere privata del proprio passato, e la scoperta di alcuni reperti non è valorizzata come invece dovrebbe: sull’isola di Citera sono stati rinvenuti sul letto di un fiume alcuni pezzi di ceramica minoica risalente al secondo millennio a.C. ma il materiale è stato sommerso in seguito ad un temporale. Una situazione analoga si è verificata a Messenia, una penisola del Pelopponeso, dove sono stati ritrovati i resti del tempio di Apollo Epicuro, ma l’archeologo che stava compiendo la ricerca, Xeni Arapogiani, è stato costretto ad abbandonare il lavoro perché faceva parte di coloro sottoposti al prepensionamento.
Un altro problema che aggrava la situazione è la cementificazione e la “commercializzazione” di alcuni siti. Le imprese edili, infatti, non sono controllate nei loro scavi e hanno invece il via libera per dei lavori che potrebbero distruggere definitivamente e seppellire per sempre alcuni reperti archeologici. Inoltre il Governo per trarre benefici economici ha offerto l’agorà di Atene, la necropoli di 3000 anni fa, e il palazzo di Cnosso per “event location”: in questi luoghi eleganti e unici per il loro splendore si gireranno scene di film, spot pubblicitari, sfilate di moda e altri eventi lucrosi.
Oltre alle contestazioni della Sea riguardo le scelte del Governo c’è chi, in occasione dei giochi olimpici, vuole riaccendere la fiamma di una questione internazionale che vede coinvolta la Gran Bretagna, terra adottiva delle sculture di Fidia e dei marmi del Partenone da circa due secoli. Il tesoro conteso potrebbe tornare nella propria culla d’origine grazie alla buona riuscita di una petizione che è attiva in questi giorni sul web e sarà presentata direttamente al presidente Cameron. Tuttavia l’ammirevole iniziativa non potrà non tenere in considerazione i recenti furti avvenuti nei musei greci, mentre fino ad oggi il governo britannico ha saputo custodire e valorizzare un tesoro che appartiene all’umanità.
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