Il Washington Post conferma in un rapporto che Usa ed Israele hanno creato e sviluppato congiuntamente il virus informatico "Flame" per colpire gli impianti nucleari iraniani.
GreenReport - Secondo l'autorevole giornale statunitense «Il virus è stato ideato per spiare le reti informatiche dell'Iran ed inviare dati vitali su queste in modo da gettare le basi per una guerra informatica». Alla messa a punto del virus hanno partecipato la National sicurity agency (Nsa), la Cia e il Tsahal, l'esercito israeliano. Gli iraniani avevano già accusato Usa ed Israele di aver realizzato un altro virus, lo Stuxnet, per colpire i loro impianti nucleari ed ora la radio internazionale ufficiale iraniana, Irib, dice che «la massima compagnia russa di realizzazione di antivirus, Kaspersky Lab, ha annunciato di aver trovato un legame molto stretto tra l'operato di Stuxnet e Flame, al punto che il secondo appare una versione progredita del primo».
Agli inizi di giugno anche il New York Times aveva reso noto un ordine impartito direttamente da Barack Obama, poco dopo essere diventato presidente, per sferrare un attacco cibernetico contro l'Iran, incrementando considerevolmente le "armi" cibernetiche Usa ed il programma avviato dal suo predecessore George W. Bush che puntava a mandare in tilt i sistemi informatici che gestiscono i principali impianti di arricchimento nucleare iraniani.
Il 29 maggio, in un'intervista alla radio militare israeliana, il vice-premier israeliano, Moshe Ya'alon aveva annunciato la partecipazione israeliana alla messa a punto del virus Flame. Ora sono i funzionari statunitensi a confermare che Flame ha tracciato e sorvegliato le reti informatiche iraniane, appropriandosi di informazioni utili a preparare una guerra virtuale e provocare guasti e defalliance alle attrezzature iraniane necessarie per l'arricchimento dell'uranio. Un ex alto esponente dei servizi segreti Usa ha detto al Washington Post che «Flame et Stuxnet sono degli elementi di un assalto più vasto che prosegue oggi».
L'Iran aveva denunciato già a maggio che il nuovo virus Flame era frutto di una collaborazione tra americani ed israeliani, dopo aver subito una serie di attacchi virtuali alla loro industria petrolifera. Secondo degli esperti informatici che hanno a che fare con le operazioni cibernetiche dell'intelligence Usa, il virus sarebbe stato già sviluppato da almeno 5 anni proprio nel quadro dell'operazione in codice "Olimpyc games" voluta da Bush.
Bisognerà vedere se "Flame" non si rivelerà un disastro globale come Stuxnet che, per un errore di programmazione e "sfuggito" dall'impianto iraniani o di Natanz e, nell'estate 2010, ha fatto il giro del mondo su internet.
Intanto, mentre la guerra virtuale potrebbe preparare quella reale, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon si è detto dispiaciuto perche Il G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) e l'Iran non hanno trovato un accordo alla conferenza di Mosca sul nucleare iraniano conclusasi il 19 giugno. G5+1 ed Iran si ritroveranno ad Istanbul il 3 luglio per una riunione di esperti. Ban ha invitato tutte le parti a «Rafforzare la loro determinazione a pervenire ad una soluzione negoziale che permetterà di ripristinare la fiducia della comunità internazionale verso il programma nucleare iraniano i cui fini potrebbero essere unicamente pacifici». Inoltre il segretario dell'IOnu «Chiede a tutte le parti di riprendere I loro impegni diplomatici con una rinnovata intensità e la più grande flessibilità». Chissà se in questo impegno e in questa flessibilità Ban ki-moon annovera anche il virus Flame con il quale Usa ed Israele hanno infettato i "pacifici" impianti nucleari iraniani?
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