sabato, giugno 23, 2012
“E' necessario il sostegno di tutta la comunità internazionale per risolvere la situazione in Siria” ed è necessario agire in fretta. E’ l’appello lanciato da Kofi Annan, inviato dell'Onu e della Lega Araba in Siria, parlando in conferenza stampa a Ginevra. La situazione del Paese si sta sempre più deteriorando: oggi ore di scontri a Qudsaya, sobborgo vicino Damasco hanno provocato diverse vittime. Secondo le Nazioni Unite oltre un milione e mezzo di siriani hanno bisogno di aiuti umanitari.

Radio Vaticana - "Alzare il livello di pressione" per convincere le parti a fermare le uccisioni e a iniziare il dialogo". E’ quanto ha chiesto alla comunità internazionale e soprattutto ai Paesi con più influenza, incluso l’Iran, l’inviato dell’ONU in Siria, Kofi Annan. ''Bisogna agire ora, ha insistito, quello in Siria non può essere un processo senza fine' perché più tempo passa più il futuro del Paese "sarà nero". Annan ha anche riferito di essersi recato in questi giorni in diverse capitali del mondo per parlare dei prossimi passi per l'attuazione del piano di pace e organizzare una conferenza internazionale in Svizzera alla fine del mese. Un richiamo a fare di più per trovare una soluzione è venuto anche dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un colloquio con il suo omologo siriano. Lavrov ha indicato elezioni libere, sotto il controllo internazionale, come via d’uscita dalla crisi. Sul terreno intanto almeno dieci civili sono rimasti uccisi nel corso di una manifestazione di protesta ad Aleppo, seconda città della Siria. Lo hanno denunciato alcuni attivisti locali, mentre sarebbero "sostenitori del regime, probabilmente miliziani", i 26 cadaveri ritrovati nella provincia di Aleppo, di cui i media di stato siriani avevano dato notizia come di civili massacrati da "gruppi terroristici armati". Ed è esplosa la violenza in un sobborgo a 10 km a nordovest di Damasco dove i ribelli hanno attaccato un quartiere. Gli scontri si sono protratti per ore con diverse vittime. Infine, non si è ancora conclusa la vicenda dell’aereo turco caduto nel Mediterraneo. Il premier turco Tayyip Erdogan ha riferito in conferenza stampa di non poter affermare se il caccia sia precipitato o sia stato abbattuto. Erdogan ha anche precisato di non aver ricevuto scuse dalla Siria e che sono ancora in corso le ricerche dei piloti.

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