Un attacco senza gravi conseguenze è stato condotto nella notte tra ieri e oggi contro la missione diplomatica statunitense a Bengasi, nell’est della Libia. Lo riferiscono media locali e internazionali secondo cui un ordigno è stato fatto esplodere all’esterno del cancello di ingresso.
Misna - Due le piste seguite. La prima riferita da alcuni media occidentali porta al Gruppo del prigioniero Omar Abdel Rahman, sceicco egiziano condannato nel 1995 all’ergastolo da una corte degli Stati Uniti. Il gruppo aveva già fatto parlare di sé lo scorso 22 maggio firmando un attacco contro la sede di Bengasi del Comitato internazionale della Croce Rossa. La seconda pista, cui dà più credito la stampa libica, in particolare il Lybia Herald, porta invece in Pakistan, ovvero alla notizia diffusa ieri dagli Stati Uniti dell’uccisione di Abu Yahya Al Libi, considerato il numero due di Al Qaida. Al Libi è stato ucciso da un missile sganciato da un drone statunitense che ha colpito il suo rifugio in Pakistan.
Sia gli Stati Uniti che il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt, attuale massimo organismo del paese) hanno condannato il fatto ma evitato di avvalorare alcuna ipotesi. Sebbene siano trascorsi mesi dalla morte del colonnello Muammar Gheddafi, il Cnt fatica a controllare la Libia e le tante fazioni armate emerse dal conflitto dello scorso anno.
Segnali di un ritorno alla normalità sono però venuti da Tripoli dove ieri è cominciato il primo processo a un alto ufficiale del deposto regime. A dover essere giudicato è Buzeid Dorda, ex responsabile dell’intelligence arrestato lo scorso settembre. Sei i capi di accusa di cui Dorda dovrà rispondere: cospirazione per uccidere civili, traffico di armi, cospirazione per provocare una guerra civile, violazioni di diritti, detenzione arbitraria e abuso d’ufficio.
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