venerdì, giugno 29, 2012
Nel 2009 l'ambasciata Usa sapeva dell'esistenza di un piano per far fuori dalla polizia nazionale il presidente Fernando Lugo

E-ilmensile - Con il passare delle ore si fa sempre più forte l’ipotesi che dietro alla destituzione del presidente Fernando Lugo ci potesse essere un complotto ordito nel corso degli ultimi anni dall’opposizione politica a Lugo e da apparati dello Stato legati alla vecchia politica del periodo della dittatura. Secondo in un’informativa dell’ambasciata statunitense in Paraguay datata 2009, infatti, alcuni esponenti dell’opposizione avrebbero studiato un piano per destituire Lugo. Il piano prevedeva di attaccare il presidente non appena avesse commesso un errore tanto grande da essere sottoposto ad impeachment.


Il fatto che entrambi i rami del parlamento non fossero sotto il controllo del presidente ma dei suoi oppositori, avrebbe consentito una votazione bulgara sfavorevole all’ex prelato. E così è andata. Il complotto sarebbe stato ordito dal Lino Oviedo, leader del Unace (Union Nacional de Colorados eticos) e dall’ex presidente Nicanor Duarte. Entrambi avrebbero voluto mettere al posto di Lugo un uomo che poteva essere più accondiscendente con i moderati del Paese, Federico Franco.

Nel cable inviato dall’ambasciata Usa il 28 marzo 2009 si legge: “Ci sono rumori persistenti secondo cui l’ex generale Lino Oviedo e l’ex presidente Duarte sono al lavoro per riprendere il potere politico per vie legali, fatto che causerebbe la caduta di Lugo”.

Ora, il dibattito politico si fa davvero interessante anche perché l’attuale presidente Franco, dovrebbe indire le elezioni per la vicepresidenza, che potrebbe vedere vincitore proprio Lino Oviedo.

Di fatto, il Paraguay si appresta ad iniziare una nuova epoca politica e sociale. Ne è consapevole anche Lugo che questa mattina ha fatto sapere di “vedere assai difficile un suo rientro alla presidenza del Paese, anche se come tutti sappiamo in politica nulla è impossibile”

Durante un’intervista concessa a Telesur Lugo ha ringraziato la popolazione scesa per le strade in suo appoggio. “Grazie alla grande resistenza del popolo del Paraguay che manifestando ha evidenziato l’interesse per la democrazia e lo Stato di diritto” ha detto Lugo.

L’ex vescovo è convinto che “i leader dei partiti politici che rappresentano le classi privilegiate hanno voluto “allontanarmi dalla presidenza del Paese perché si sono resi conto che la politica pubblica e sociale ha reso popolare il mio governo”.

Lugo ha anche assicurato che il neo presidente, suo vice fino a qualche giorno fa, non potrà mai “reprimere cittadini pacifici che manifestano” e si augura che non avvengano violenze di nessun tipo.

Infine, l’amara considerazione. Attualmente in Paraguay convivono due esecutivi. Uno legittimo, votato dal popolo. L’altro non votato dal popolo ma da saldi principi costituzionali. “Non possiamo certo andare in giro a dire che qui non sta succedendo qualcosa. Durante lo scorso venerdì, che potremmo definire il venerdì nero della politica paraguayana, è stato compiuto un colpo di Stato che ha destituito il presidente senza ragioni” ha concluso l’ormai ex presidente.

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