La figlia, Alessandra Clemente: «Rinnovo il mio ricordo con l'impegno»
Liberainformazione -Salita Arenella, nel quartiere del Vomero, a Napoli. E’ quasi l’ora di pranzo. Un signora, si chiama Silvia Rutolo, porta per mano il figlioletto di cinque anni, Francesco Clemente. E’ andato a prenderlo a scuola. A casa c’è l’altra figlia, Alessandra, dieci anni. Il papà, Lorenzo, ingegnere, è al lavoro. Silvia è quasi arrivata a casa. Dal balcone Alessandra si affaccia e vede la mamma che la saluta con una mano, mentre con l’altra stringe quella del piccolo Francesco. Una scena comune a quell’ora e da quelle parti. Ci sono anche altre mamme che portano i figli a casa. All’improvviso si materializzano due auto con a bordo dei killer della camorra in missione di morte. Cinque persone in tutto. L’obiettivo è un boss di un clan avversario. Proprio nel momento in cui passa Silvia con Francesco sparano a due giovani su una vespa. Un proiettile colpisce Silvia.
Tutt’intorno si scatena un fuggi fuggi. La gente scappa dappertutto. Silvia no. Cade a terra stringendo ancora la mano di Francesco. Alessandra la vede dal balcone, Comincia ad urlare e poi a piangere. Francesco non si rende conto di cosa gi accade intorno. Ma la mano della sua mamma non la sente più. Lo lascia. Francesco si spaventa. “Mamma, mamma”, grida il bambino mentre Silva perde i sensi. I killer riprendono a sparare un po’ più in là, quando incrociano per davvero il boss del clan nemico. Non si rendono conto che hanno sparato alla cieca e che una mamma muore mentre stringe la mano del suo bambino. Era l’11 di giugno del 1997. Quindici anni fa. Un mese dopo viene catturato il killer, Rosario Privato. Dice di voler cambiare vita dopo aver ascoltato le parole del marito di Silvia, Lorenzo Clemente. Si pente. Parla. Racconta di quegli attimi.
"Sta cambiando il modo in cui i parenti delle vittime delle mafie reagiscono al dolore - ha detto Don Luigi Ciotti oggi a Napoli per ricordare Silvia Ruotolo - Alessandra, la figlia di Silvia, ora è una donna che sta cercando di impegnarsi per migliorare la realtà in cui vive facendo cose per gli altri. Il Coordinamento nazionale dei familiari delle vittime cerca di allargarsi in molte zone del Paese, le cose stanno cambiando ma la strada è in ancora molto in salita". "Non bastano le amministrazioni buone e oneste, ci vuole lo Stato - ha aggiunto Ciotti- ci vogliono meno leggi e più legge, la magistratura deve essere messa in condizione di lavorare e poi ci vuole educazione e tanto lavoro".
"A quindici anni dall'assassinio di mia madre, vittima innocente di camorra, dimostro il mio ricordo con l'impegno. Le persone che sono qui oggi per ricordare Silvia Ruotolo e migliorare le cose fanno profumare di vita mia madre". Così Alessandra Clemente in piazza Medaglie d'oro al Vomero dove si è svolta la commemorazione di sua madre Silvia Ruotolo. Per tutta la giornata di oggi, al Vomero, in Piazza medaglie d’oro, nei giardini che portano proprio il nome di Silvia Ruotolo, si svolgeranno una serie di iniziative, promosse dalla Fondazione Silvia Ruotolo, presieduta da Alessandra Clemente, dal titolo: “Tutto ciò che libera e tutto ciò che unisce”. Ricorderanno Silvia e tutte le vittime innocenti della criminalità.
Liberainformazione -Salita Arenella, nel quartiere del Vomero, a Napoli. E’ quasi l’ora di pranzo. Un signora, si chiama Silvia Rutolo, porta per mano il figlioletto di cinque anni, Francesco Clemente. E’ andato a prenderlo a scuola. A casa c’è l’altra figlia, Alessandra, dieci anni. Il papà, Lorenzo, ingegnere, è al lavoro. Silvia è quasi arrivata a casa. Dal balcone Alessandra si affaccia e vede la mamma che la saluta con una mano, mentre con l’altra stringe quella del piccolo Francesco. Una scena comune a quell’ora e da quelle parti. Ci sono anche altre mamme che portano i figli a casa. All’improvviso si materializzano due auto con a bordo dei killer della camorra in missione di morte. Cinque persone in tutto. L’obiettivo è un boss di un clan avversario. Proprio nel momento in cui passa Silvia con Francesco sparano a due giovani su una vespa. Un proiettile colpisce Silvia.
Tutt’intorno si scatena un fuggi fuggi. La gente scappa dappertutto. Silvia no. Cade a terra stringendo ancora la mano di Francesco. Alessandra la vede dal balcone, Comincia ad urlare e poi a piangere. Francesco non si rende conto di cosa gi accade intorno. Ma la mano della sua mamma non la sente più. Lo lascia. Francesco si spaventa. “Mamma, mamma”, grida il bambino mentre Silva perde i sensi. I killer riprendono a sparare un po’ più in là, quando incrociano per davvero il boss del clan nemico. Non si rendono conto che hanno sparato alla cieca e che una mamma muore mentre stringe la mano del suo bambino. Era l’11 di giugno del 1997. Quindici anni fa. Un mese dopo viene catturato il killer, Rosario Privato. Dice di voler cambiare vita dopo aver ascoltato le parole del marito di Silvia, Lorenzo Clemente. Si pente. Parla. Racconta di quegli attimi.
"Sta cambiando il modo in cui i parenti delle vittime delle mafie reagiscono al dolore - ha detto Don Luigi Ciotti oggi a Napoli per ricordare Silvia Ruotolo - Alessandra, la figlia di Silvia, ora è una donna che sta cercando di impegnarsi per migliorare la realtà in cui vive facendo cose per gli altri. Il Coordinamento nazionale dei familiari delle vittime cerca di allargarsi in molte zone del Paese, le cose stanno cambiando ma la strada è in ancora molto in salita". "Non bastano le amministrazioni buone e oneste, ci vuole lo Stato - ha aggiunto Ciotti- ci vogliono meno leggi e più legge, la magistratura deve essere messa in condizione di lavorare e poi ci vuole educazione e tanto lavoro".
"A quindici anni dall'assassinio di mia madre, vittima innocente di camorra, dimostro il mio ricordo con l'impegno. Le persone che sono qui oggi per ricordare Silvia Ruotolo e migliorare le cose fanno profumare di vita mia madre". Così Alessandra Clemente in piazza Medaglie d'oro al Vomero dove si è svolta la commemorazione di sua madre Silvia Ruotolo. Per tutta la giornata di oggi, al Vomero, in Piazza medaglie d’oro, nei giardini che portano proprio il nome di Silvia Ruotolo, si svolgeranno una serie di iniziative, promosse dalla Fondazione Silvia Ruotolo, presieduta da Alessandra Clemente, dal titolo: “Tutto ciò che libera e tutto ciò che unisce”. Ricorderanno Silvia e tutte le vittime innocenti della criminalità.
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