La missione di osservazione della comunità internazionale in Siria è stata sospesa per i rischi concreti sul campo e la difficoltà di espletare il mandato assegnato.
Misna - Allo stesso tempo la sofferenza della popolazione, una parte della quale intrappolata in teatri di conflitto, “sta peggiorando”. E’ questo il punto fatto ieri dal generale Robert Mood, il capo degli osservatori internazionali dispiegati in Siria nell’ambito del piano di Kofi Annan.La missione è stata sospesa sabato ma i 300 osservatori sono rimasti in Siria in attesa di una evoluzione che consenta loro di tornare a verificare quanto sta avvenendo. “Siamo moralmente obbligati a rimanere in Siria” ha detto Mood aggiungendo che mentre il governo siriano si è impegnato negli ultimi due giorni a garantire la sicurezza degli osservatori, lo stesso non è stato fatto dall’opposizione.
Il piano Annan prevede un cessate-il-fuoco mai rispettato, l’avvio di negoziati, il libero acceso di giornalisti e aiuti umanitari, la liberazione dei prigionieri, la libertà di manifestare. “Tuttora il piano Annan – ha detto Hervé Ladsous, sotto segretario generale dell’Onu con delega per le operazioni di mantenimento della pace – è l’unica strada per trovare una soluzione alla crisi siriana. Non ci sono altri piani, e quello di Annan resta il riferimento quadro per rispondere a questa drammatica situazione”.
In Siria intanto si continua a combattere e a morire. Secondo l’opposizione alcuni quartieri di Homs sono stati colpiti dall’artiglieria pesante dell’esercito, il governo ha invece accusato i ribelli di impedire ai civili di lasciare Homs. Decine di migliaia di abitanti di Homs hanno lasciato la città già nei mesi scorsi. Scontri sono avvenuti anche nei dintorni di Aleppo.
Misna - Allo stesso tempo la sofferenza della popolazione, una parte della quale intrappolata in teatri di conflitto, “sta peggiorando”. E’ questo il punto fatto ieri dal generale Robert Mood, il capo degli osservatori internazionali dispiegati in Siria nell’ambito del piano di Kofi Annan.La missione è stata sospesa sabato ma i 300 osservatori sono rimasti in Siria in attesa di una evoluzione che consenta loro di tornare a verificare quanto sta avvenendo. “Siamo moralmente obbligati a rimanere in Siria” ha detto Mood aggiungendo che mentre il governo siriano si è impegnato negli ultimi due giorni a garantire la sicurezza degli osservatori, lo stesso non è stato fatto dall’opposizione.
Il piano Annan prevede un cessate-il-fuoco mai rispettato, l’avvio di negoziati, il libero acceso di giornalisti e aiuti umanitari, la liberazione dei prigionieri, la libertà di manifestare. “Tuttora il piano Annan – ha detto Hervé Ladsous, sotto segretario generale dell’Onu con delega per le operazioni di mantenimento della pace – è l’unica strada per trovare una soluzione alla crisi siriana. Non ci sono altri piani, e quello di Annan resta il riferimento quadro per rispondere a questa drammatica situazione”.
In Siria intanto si continua a combattere e a morire. Secondo l’opposizione alcuni quartieri di Homs sono stati colpiti dall’artiglieria pesante dell’esercito, il governo ha invece accusato i ribelli di impedire ai civili di lasciare Homs. Decine di migliaia di abitanti di Homs hanno lasciato la città già nei mesi scorsi. Scontri sono avvenuti anche nei dintorni di Aleppo.
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