Un atto “inaccettabile”: con queste parole la Nato ha condannato l’abbattimento di un caccia Phantom F-4 dell’aviazione turca da parte della Siria, mentre Ankara e Damasco si accusano a vicenda di “provocazione” e litigano sull’esatta posizione del velivolo abbattuto dalla contraerea.
Misna - Al termine della riunione straordinaria del Consiglio dell’Alleanza atlantica, convocata da Ankara, il segretario generale Anders Fogh Rasmussen ha detto che la Nato “continua a seguire la situazione da vicino e con grande preoccupazione”. “Siamo al fianco della Turchia con fermo sostegno e solidarietà” ha aggiunto il politico danese senza fare riferimenti a un possibile intervento armato. Dal canto suo, il primo ministro turco Recep Tayyep Erdogan ha parlato di “atto scellerato” annunciando che ogni soldato siriano che si avvicinerà alla frontiera comune sarà considerato un “elemento di minaccia”. L’ex alleato di Damasco, divenuto uno dei peggiori detrattori di Bashar Al Assad, ha poi concluso dicendo che la Turchia farà appello a tutte le istanze internazionali e che continuerà, all’interno del paese e all’estero, “a sostenere la battaglia del popolo siriano per la libertà fino alla caduta del regime”.
E di battaglia, non in senso figurato, alla periferia est di Damasco riferisce oggi l’agenzia stampa siriana Sana secondo cui le forze governative “hanno ucciso e ferito molti terroristi a Duma, e confiscato le loro armi”. Violenti scontri si sarebbero verificati inoltre a Qudssaya, periferia ovest della capitale, mentre i militari avrebbero ingaggiato un conflitto a fuoco con un gruppo armato a Idlib, a nord, non lontano dal confine con la Turchia.
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