venerdì, luglio 20, 2012
Il lungo iter iniziato nel 2009, quando la Commissione europea ha avviato una procedura d'infrazione contro l'Italia per il mancato rispetto delle norme Ue sulle acque reflue in decine di comuni italiani con una popolazione uguale o superiore ai 15.000 abitanti, trova oggi un punto di arrivo.

Greenreport - La Corte di giustizia europea ha stabilito che l'Italia ha violato le norme Ue sulla raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane non rispettando i tempi stabiliti per la loro applicazione e quindi giudici hanno dato ragione alla Commissione. Il riferimento normativo è la direttiva 271 del 1991, che ha introdotto norme per tutelare l'ambiente dalle ripercussioni negative degli scarichi di acque reflue fissando in particolare al 31 dicembre 2000, il termine ultimo per dotare tutte gli agglomerati urbani con 15.000 o più abitanti equivalenti di reti fognarie e che le acque reflue urbane venissero sottoposte, prima dello scarico, a trattamento biologico di depurazione.

Nel 2009 la Commissione aveva deciso di aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia dopo aver constatato che decide e decine di comuni (tra i quali anche famose località turistiche) non si erano ancora adeguati, ben nove anni dopo la scadenza del 2000, agli obblighi imposti dalla direttiva Ue per tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini. La sentenza emessa oggi dalla Corte ribadisce quindi l'obbligo per circa un centinaio di comuni sparsi in tutto il Paese tra cui Reggio Calabria, Trieste, Rapallo, Capri, Frascati, Cefalù, Ragusa, di avviare al più presto le opere necessarie per mettersi in regola con la direttiva Ue, altrimenti la Commissione potrà avviare una nuova procedura d'infrazione chiedendo stavolta allo Stato italiano, ultimo responsabile della corretta applicazione del diritto comunitario, di pagare delle multe.

Sempre in tema di depurazione per quanto riguarda la Liguria (una delle regioni incriminate), oggi è stato ampliato un impianto nella zona di Loano (SV) area ad alta valenza turistica. L'impianto a membrana biologica MBR era stato costruito inizialmente tre anni fa per trattare 7.000 m3/d. Ora il depuratore quadruplica la portata trattata per servire circa 140.000 abitanti equivalenti e trattare fino a 35.000 m3/d come punta massima giornaliera.

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