sabato, luglio 14, 2012
Le notizie relative alle uccisioni di massa nella città sunnita di al-Treimseh (o Tremseh) rappresentano un'ulteriore prova della necessità urgente di concedere agli osservatori dell'Onu pieno e immediato accesso ovunque nel paese per condurre indagini indipendenti sugli abusi dei diritti umani, ha dichiarato oggi Amnesty International.

Amnesty International - Secondo fonti dell'opposizione siriana, dozzine di persone sono state uccise nella mattina di giovedì, quando l'esercito siriano e le forze di sicurezza insieme alle milizie filo-governative note come shabiha hanno attaccato al-Treimseh, presso la città di Hama. I media siriani gestiti dallo stato hanno accusato delle uccisioni "gruppi terroristici". Il capo della missione dell'Onu, il maggiore generale Robert Mood, ha affermato oggi che gli osservatori dell'Onu sono pronti a recarsi a Treimseh quando vi sarà un cessate il fuoco. Ha confermato combattimenti continui ieri nella zona di Treimseh, con l'utilizzo di unità meccanizzate, fuoco indiretto ed elicotteri e ha dichiarato che gli osservatori sarebbero stati pronti ad andare a verificare i fatti, se e quando ci fosse stato un cessate il fuoco credibile.

"All'Onu deve essere consentito pieno accesso per indagare incidenti del genere" ha affermato Ann Harrison, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. "Senza una presenza indipendente a indagare sui fatti, è impossibile verificare quanto sia realmente accaduto".

"Tuttavia, sappiamo che un modello di abusi è stato ampiamente riportato per molte aree dove le forze governative hanno bombardato indiscriminatamente città e villaggi, uccidendo illegalmente i civili, seguite da incursioni delle milizie shabiha, che hanno ucciso non solo i combattenti dell'opposizione, ma anche molti civili, in gran parte uomini e ragazzi".

"I risultati delle nostre recenti indagini sul campo in Siria hanno dimostrato questo modello. Amnesty International ha documentato le prove di gravi violazioni, tra cui crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi dall'esercito siriano nelle città e nei villaggi presso Idlib, Aleppo, Jebel al-Zawiyah e Jebel al-Wastani".

Amnesty International ha dichiarato che la risoluzione che rinnova la Missione di supervisione delle Nazioni Unite in Siria (Unsmis) deve includere esplicitamente una componente forte e adeguatamente competente sui diritti umani, che fornisca alla missione competenza sufficiente, inclusi esperti dei diritti di genere e dei diritti dei minori, e altre risorse per documentare e denunciare crimini contro l'umanità, crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani commesse da tutte le parti in conflitto.

"Gli osservatori per i diritti umani delle Nazioni Unite devono avere potenzialità di reazione rapida per indagare su specifici avvenimenti e una presenza permanente nelle città fuori Damasco", ha aggiunto Harrison. "Il Consiglio di sicurezza dell'Onu deve anche richiedere all'Unsmis di pubblicare regolarmente e pubblicamente le sue conclusioni sulle violazioni dei diritti umani e di dotare la componente dei diritti umani delle capacità necessarie".

"Il Consiglio deve altresì deferire la situazione al procuratore della Corte penale internazionale. È stato evidente per mesi che i crimini di diritto internazionale sono stati commessi su vasta scala. Un deferimento alla Corte renderà chiaro a tutte le parti in conflitto che coloro che ordinano o commettono crimini di guerra e crimini contro l'umanità saranno consegnati alla giustizia", ha concluso Ann Harrison.

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