“La più grande carità oggi è la proclamazione della verità sull’uomo”, nella coscienza che “i poveri non sono ‘bisogno’ ma la persona che mi sta davanti, con gli occhi di Dio”: parole e riflessioni come queste stanno animando un convegno organizzato dai missionari saveriani a Tavernerio, in provincia di Como.
AgenziaMisna - Nella seconda giornata dei lavori a guidare spunti e pensieri è stato padre Germano Marani, gesuita che insegna alla Pontificia università gregoriana impegnato anche nel lavoro pastorale nell’Europa dell’est. Dal tema della nuova evangelizzazione, intesa non come “nuova moda” ma come “questione che ha a che fare con l’esperienza” e “scaturisce dalla profonda esperienza di Dio”, si è passati alla riflessione sulla salvezza e la carità. È a questo punto che è stato evidenziato il significato della carità come relazione d’amore. “I poveri non sono ‘bisogno’ – ha detto padre Marani – ma sono la persona che mi sta davanti con gli occhi di Dio; la più grande carità oggi è proprio la proclamazione della verità sull’uomo, che il nostro mondo ha dimenticato”. Centrale la riflessione sulla missione e la “vita religiosa stessa” che, è stato detto, “se nel prossimo decennio non avrà trovato un modo per essere veramente credibile corre il rischio di scomparire”.
La giornata di lavori si è chiusa con parole propedeutiche ai prossimi dibattiti sul tema “urgenze, realizzazioni, speranze e problemi della Chiesa missionaria”. “La missione di portare e donare la carità – ha sottolineato padre Marani – non svuota la persona in quanto il servizio non può mai svuotare l’essere umano; il servizio della carità, la missione inizia in casa propria; prendendo esempio dal canale e dalla conca. Il canale lascia passare tutto e non trattiene nulla mentre la conca si riempie e nell’atto stesso di riempirsi si dona senza svuotarsi”.
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