mercoledì, luglio 18, 2012
Ecodem: «Dl Sviluppo: no alle trivellazioni petrolifere vicino alle coste» 

GreenReport - La campagna di Greenpeace per fermare la corsa all'oro nero nel Canale di Sicilia ha due testimonial siciliani doc: il duo comico Ficarra e Picone che in un video appello spiegano, a modo loro, perché "U mari nun si spirtusa": le trivelle sono buchi nell'acqua! Il tour di Greenpeace, partito da meno di una settimana, visiterà molte città della costa meridionale della Sicilia per informare i cittadini e convincere i sindaci a firmare l'appello contro le trivellazioni petrolifere nel Canale, una delle zone più ricche di biodiversità del Mediterraneo.

Greenpeace sottolinea che «l'estrazione dell'oro nero porterà profitti solo alle compagnie petrolifere mentre rappresenta un rischio inaccettabile per l'ambiente, l'economia e il benessere delle comunità costiere. Dobbiamo fermarli! Dobbiamo convincere tutti gli amministratori locali a difendere il proprio territorio dalle trivelle». Ficarra e Picone dicono: « Le trivelle a mare? Ma può essere mai che fanno un buco nell'acqua? Siamo sicuri che questa è una battaglia che noi siciliani possiamo e riusciremo a vincere insieme a Greenpeace» e per questo chiedono di firmare on-line l'appello e "Diccillu 'o sinnacu": «No alle trivelle nel Canale di Sicilia. Gentilissima/o Sindaco, Le scrivo per chiederle di proteggere il mare al largo della sua costa dalle trivellazioni. Il Canale di Sicilia è uno dei punti più ricchi di biodiversità di tutto il Mediterraneo e ospita importanti risorse per la pesca. Purtroppo oggi alle minacce che già deve affrontare incombe più che mai il rischio delle perforazioni petrolifere: compagnie grandi e piccole hanno moltiplicato le richieste per cercare petrolio al largo delle coste meridionali della Sicilia. I rischi di questa corsa all'oro nero sono inaccettabili non solo per l'ambiente, ma per l'economia e il benessere di tutte le comunità che vivono sulle coste siciliane. Questo petrolio porterà benefici solo alle compagnie petrolifere, senza soddisfare il nostro fabbisogno di energia e mettendo a rischio attività come turismo e pesca. Tutti insieme abbiamo il dovere di proporre e percorrere un percorso serio che impedisca ogni possibile progetto di trivellazione in mare, presente e futuro. E' per questo che le chiedo di firmare insieme a me l'Appello proposto da Greenpeace per chiedere al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di fermare le perforazioni off-shore e approvare provvedimenti efficaci per la tutela del Canale di Sicilia. In tanti hanno già firmato, spero che anche lei si unisca presto a questo coro di protesta per dire un chiaro No alle trivelle, e Sì alla tutela del mare».

Sulla questione delle trivellazioni in mare interviene anche il presidente nazionale Ecodem Fabrizio Vigni : «Le trivellazioni sottocosta per la ricerca di idrocarburi creano rischi ambientali e non aiutano l'economia. Quel punto del "Decreto Sviluppo" va modificato". In deroga al limite delle 12 miglia, quell'articolo del decreto consentirebbe di procedere con le trivellazioni anche vicino alle coste nel caso di richieste avanzate prima del 2010, quando anche il nostro paese si dotò di norme più severe in seguito al disastro del Golfo del Messico. E' una norma sbagliata, da cancellare. Per estrarre tutt'al più pochi barili di petrolio si rischia di fare danni irreparabili alle nostre coste ed all'ambiente marino». Questo il link del video della campagna http://youtu.be/aLJ9uvNfL9Y.

Clicca qui per firmare l'appello di Greenpeace

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