Un lavoro intenso e straordinario: risultati e prospettive
Il Cardinale Angelo Scola, poco più di un anno fa, veniva trasferito dalla sede patriarcale di Venezia a quella arcivescovile di Milano. Un trasferimento poco frequente nella Chiesa cattolica e segno dell'importanza che il Santo Padre Benedetto XVI dava e dà a tale nomina. Milano è da sempre una delle diocesi più estese territorialmente e più popolose dell'Orbe cattolico, ma la sua importanza è testimoniata soprattutto dalla sua storia e dal suo contesto nazionale ed internazionale. Solo nel XX secolo ha espresso ben due Pontefici: Pio XI e Paolo VI. E' evidente, quindi, che il carico di attese sulle spalle di Angelo Scola era ed è notevole. Peraltro, il suo curriculum umano, culturale, accademico e pastorale è di altissimo livello e assolutamente opportuno nell'attuale momento storico che la Chiesa ambrosiana e quella italiana stanno vivendo.
Angelo Scola ha vissuto un anno che definire intenso e fecondo è riduttivo. Si è “gettato” nell'impegno pastorale e nella conoscenza approfondita della sua nuova Diocesi, che peraltro gli ha dato i natali e in cui ha mosso i passi fondamentali della sua crescita umana e spirituale, senza con questo trascurare i molteplici impegni che gli derivano dal peso internazionale della sua personalità poliedrica e attenta al dialogo culturale ed ecumenico.
Il frutto più importante del suo lavoro è rappresentato dai cinque giorni del VII Congresso Mondiale delle Famiglie, che ha visto riunite a Milano centinaia di migliaia di persone e tante personalità di vari Paesi del mondo. Negli ultimi tre giorni inoltre l'evento ha avuto un protagonista eccezionale: il Santo Padre Benedetto XVI, che ha concluso il Congresso con una straordinaria celebrazione eucaristica di fronte a un milione di persone. Milano non aveva mai assistito ad un evento di questo genere, sia per la qualità dei contributi intellettuali portati che per le iniziative concrete sviluppate e proposte.
La preparazione di questo evento così complesso e impegnativo non ha impedito al cardinale Angelo Scola di predisporre il nuovo “modulo organizzativo” della Diocesi. Anzi, mettendo alla prova tutte le energie intellettuali e personali, ha saputo capire quali scelte andavano operate per far compiere all’arcidiocesi di Milano un nuovo salto di qualità che confermi ed ampli il pur importante lavoro portato avanti dai suoi immediati predecessori, i cardinali Martini e Tettamanzi. Scola si prepara a sviluppare un progetto che saprà certamente completare il lavoro dei suoi Predecessori, e, con sforzo sinergico a quello portato avanti da Benedetto XVI, saprà rinnovare il ruolo della Chiesa sia nella realtà milanese e lombarda che nel contesto italiano ed europeo.
Milano è da sempre il luogo del rinnovamento e delle novità. In questa prospettiva, di cui Angelo Scola è assolutamente consapevole, egli dispiegherà tutte le sue indubbie capacità umane e intellettuali e continuerà a preparare le nuove svolte di cui il mondo cattolico e la società italiana ed europea hanno bisogno.
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Sono presenti 3 commenti
Caro Scola,
cambia bene la curia. non fare errori. non fare come Tettamanzi che non cambio' niente e poi nel 2005 dopo la morte di Giovanni Paolo II è rimasto a Milano... E i signori cardinali hanno scelto fortunatamente un papa tedesco! Benedetto docet!
A Vigevano Eminenza ci mandi mons. Delpini subito... prima che faccia guai
PIOX-GIOVANNI XXIII-GIOVANNI PAOLO I VENIVANO DA VENEZIA------PIOXI E PAOLO VI VENIVANO DA MILIANO-----VI PREGO DI CORREGGERE GRAZIE
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