giovedì, luglio 05, 2012
"Gerusalemme dovrebbe appartenere a due popoli e tre religioni" ha detto Mons. Shomali, vescovo ausiliare della Santa Sede

di Carlo Mafera

Tre giornate in Libano per Benedetto XVI per portare l’Esortazione Posto sinodale ai piedi della Madonna di Harissa. Dopo molte voci sulla stampa nazionale e internazionale, oggi è stato pubblicato dal Vaticano il programma ufficiale: il Papa parte il 14 settembre dall’Aeroporto di Roma-Ciampino per Beirut, dove l’arrivo è previsto per le 13.45 ora locale (le 12.45 di Roma). Dopo il benvenuto ufficiale nell’Aeroporto Internazionale Rafiq Hariri di Beirut, alle 18 il momento atteso del pellegrinaggio alla Basilica di St Paul ad Harissa e la firma dell’esortazione Apostolica Posto Sinodale.

Benché in Medio Oriente i cristiani siano quasi ovunque una scarsa minoranza (ad eccezione del Libano), che va da meno dell’1% (Iran, Turchia) al 10% (Egitto), essi tuttavia irradiano attivo dinamismo. Il pericolo sta nel ripiegamento su di sé e nella paura dell’altro. È necessario perciò che si rafforzi la fede e la spiritualità dei fedeli e, allo stesso tempo, si rinsaldi il legame sociale e la solidarietà tra di loro, senza cadere in un atteggiamento ghettizzante.

Questo viaggio apostolico avrà il compito di alimentare la speranza e significherà riporre la propria fiducia in Dio e nella Provvidenza divina che veglia sul corso della storia di tutti i popoli; vorrà dire anche agire con Dio, essere “collaboratori di Dio” (1 Cor 3, 9), fare il possibile per contribuire a questa evoluzione in cammino.

In particolare il viaggio apostolico avrà il compito di portare avanti la trattativa riguardante le proprietà della Chiesa in Terra Santa e il trattamento fiscale cui devono essere sottoposte. ''Gerusalemme dovrebbe appartenere a due popoli e tre religioni, con statuto particolare e garanzie internazionali per proteggere i diritti di tutti a un libero accesso per venire, visitare e pregare'' ha sottolineato ancora il vescovo ausiliare, che ribadisce anche la posizione della Santa Sede sullo status della città.

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