Una conseguenza dell’offensiva keniana in Somalia e non, in alcun modo, il segno di un rapporto conflittuale tra cristiani e musulmani: padre Joachim Omolo, animatore dell’organizzazione interreligiosa People for Peace in Africa, legge in questo modo gli attentati contro le chiese nella città nord-orientale di Garissa.
Misna - “La strage di ieri non ha niente a che fare con un conflitto interreligioso – dice alla MISNA padre Joachim – ma è una conseguenza dell’offensiva militare contro Al Shabaab nel sud della Somalia: erano stati gli stessi ribelli a minacciare attentati contro obiettivi civili in Kenya”.
People for Peace in Africa è un’organizzazione nata a Nairobi nel 1989 con l’obiettivo di favorire il dialogo tra le fedi, la pace e lo sviluppo sociale
. È sulla base di questa esperienza che padre Joachim sottolinea come a Garissa o in altre regioni costiere dove i seguaci dell’islam sono maggioranza le tensioni sociali non hanno origini religiose. “A volte le comunità musulmane si sentono marginalizzate nelle decisioni che riguardano la terra o la distribuzione delle poche risorse disponibili – sottolinea il rappresentante di People for Peace in Africa – ma questo è un problema politico e di squilibri regionali”. Un problema evidenziato dalla nascita di un’organizzazione separatista e illegale come il Mombasa Republican Council; o anche, in modo più semplice e diretto, dalle difficoltà per i nomadi e i cammellieri di Garissa e di gran parte del nord-est di trovare acqua a sufficienza per il loro bestiame.
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