Papa Benedetto XVI, ancora una volta, è stato vittima di un brutale attacco che ha leso la sua dignità personale. Il mensile satirico tedesco Titanic ha pubblicato in prima pagina la foto del Pontefice con la veste sporca di urina. E a fianco c’era la seguente scritta: “Alleluja in Vaticano. Trovata la fonte della fuga di notizie.” E’ chiaro il riferimento allo scandalo Vatileaks e ai corvi che hanno diffuso notizie nelle scorse settimane. L’arcivescovo Angelo Becciu, a nome della Santa Sede, si è rivolto al Tribunale di Amburgo e ha ottenuto il blocco del mensile e una sanzione pecuniaria di 250 mila euro per editore e direttore.

Che dire di fronte a un atto ripugnante, sgradevole e becero? Il fatto si commenta da solo, ma la virulenza dell’attacco ci induce a fare alcune brevi considerazioni. L’attacco viene dalla Germania che, come è noto, è la terra dei protestanti, che mettono al centro la Parola senza il Magistero ecclesiastico e senza la Sacra Tradizione, che ritengono il dogma una prigione del pensiero e che hanno tanti discepoli anche in Italia nelle Facoltà Teologiche e nei Seminari. Ormai qui prevale il dissenso dottrinale, il dubbio, il sofisma, la disobbedienza, l’arbitrio, la licenza, la critica abituale e corrosiva e la contestazione. Questo Papa mite ma fermo sta mettendo ordine in questi ambienti, scontentando non poche persone.

Benedetto XVI è il Papa che contrasta la dittatura del relativismo che mette in discussione le verità di fede e la morale cattolica considerata piena di divieti e di tabù. E’ il Papa che ribadisce continuamente nel suo magistero i valori non negoziabili: vita, famiglia, libertà di educazione e promozione del bene comune. Egli è attento altresì al fenomeno della non credenza (ateismo e agnosticismo), ai rapporti ecumenici, alla pedofilia che ha appannato gravemente l’immagine della Chiesa Cattolica. Un Papa insomma scomodo a un certo tipo di giornalismo spazzatura, da sempre anticlericale e laicista.