venerdì, luglio 13, 2012
Mons. Mario Zenari lancia un appello al Consiglio di sicurezza Onu in corso a New York. La situazione continuerà a peggiorare se la comunità internazionale resta divisa. Nuovo massacro di 200 persone a Tremseh (Hama)

AsiaNews - "La comunità internazionale si sbrighi ad aiutare la Siria ad uscire da questa trappola infernale". È quanto afferma ad AsiaNews mons. Mario Zenari, nunzio vaticano a Damasco, che lancia un appello ai Paesi al Consiglio di sicurezza Onu, in particolare Cina e Russia, e Lega Araba a mettere da parte le divisioni e lavorare in modo concreto per fermare una carneficina che in 16 mesi è costata oltre 14mila morti. Il prelato è rientrato nel Paese dopo tre settimane di soggiorno all'estero e trova la situazione molto peggiorata.

Oggi a Tremseh, nella provincia di Hama, si è verificato un nuovo massacro di 200 innocenti. Coma già accaduto per le stragi di Houla e al- Qubayr esercito e ribelli si scambiano accuse reciproche. Secondo gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, i militari bombardato il villaggio con elicotteri da combattimento e carri armati, seguiti dalla Shabiha (Gli spettri), la milizia paramilitare del regime, incaricata di compiere le esecuzioni sommarie. La Siryan News Agency (Sana), agenzia di stampa del governo, rigetta la responsabilità dell'attacco sui terroristi islamici che starebbero cercando di diffondere paura e caos nel Paese per influenzare il vertice del Consiglio di sicurezza Onu in corso a New York.

Mons. Zenari sottolinea che "la situazione si sta aggravando sempre di più. Dopo il mio ritorno è aumentata l'insicurezza, non ci si può muovere liberamente, vi sono continui scontri e rapimenti anche in zone fino a qualche tempo fa sotto controllo".

Al Consilio di sicurezza Onu, iniziato ieri a New York, Cina e Russia hanno di nuovo posto il veto contro l'imposizione di nuove sanzioni al regime di Bashar al-Assad. Mosca e Pechino sono contrarie a qualsiasi risoluzione di condanna nei confronti del governo siriano. I due membri Onu accusano i governi occidentali di voler tentare la strada già sperimentata con la Libia, utilizzando le risoluzioni delle Nazioni Unite per scatenare un conflitto armato nella regione. L'opposizione di Russia e Cina rende ancora più arduo l'operato di Kofi Annan, inviato speciale per Nazioni Unite e Lega Araba, che in queste settimane ha chiesto appoggio anche all'Iran per tentare una mediazione con il regime e applicare in modo concreto il piano di pace. Il 16 luglio, l'ex segretario generale dell'Onu incontrerà a Mosca Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russo, per convincere Mosca a collaborare.

Secondo il nunzio vaticano, "la comunità internazionale deve aiutare la Siria a non cadere nel baratro e cercare di parlare a una sola voce. Da solo il Paese non è in grado di liberarsi di questa tragedia. Senza la collaborazione di tutti, i bellissimo piani di Annan sono carta straccia". Il prelato sottolinea che sempre più persone innocenti sono vittime di questa tragedia, soprattutto bambini. "Le uccisioni di questi piccoli indifesi - conclude - feriscono non solo il popolo siriano, ma tutta l'umanità".

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