A soli due mesi dalla formazione dell’esecutivo in Romania è già crisi politica. Il governo di centrosinistra del premier Victor Pronta, ha avviato le procedure per la messa in stato d’accusa del presidente conservatore Traian Basescu.
E-ilmensile - I presidenti di Camera e Senato, entrambi conservatori, sono stati già sostituiti grazie alla maggioranza progressista. E come misura aggiuntiva il governo ha decretato che la Corte Costituzionale non potrà più pronunciarsi sulle decisioni prese dal Parlamento. Pesanti le accuse contenute nel documento d’impeachmet contro Basescu che avrebbe “violato la separazione dei poteri e l’indipendenza della giustizia” e “creato la crisi nei rapporti fra presidenza e le principali autorità pubbliche del Paese”. Inoltre, il premier accusa il presidente di non aver “rispettato i diritti e le libertà dei cittadini romeni.
Entro una settimana la mozione contro il presidente verrà sottoposta al voto del Parlamento e nel caso venisse approvata entro trenta giorni si dovrebbe indire un referedum la sua destituzione.
La decisione del governo romeno causa diverse preoccupazioni sia nell’Ue che negli Usa. L’ambasciatore statunitense a Bucarest ha fatto sapere di essere “profondamente preoccupato da ogni tentativo che minaccia l’indipendenza delle istituzioni democratiche”. Anche il commissario europeo alla giustizia Viviane Reding, si è detta “seriamente preoccupata”.
E-ilmensile - I presidenti di Camera e Senato, entrambi conservatori, sono stati già sostituiti grazie alla maggioranza progressista. E come misura aggiuntiva il governo ha decretato che la Corte Costituzionale non potrà più pronunciarsi sulle decisioni prese dal Parlamento. Pesanti le accuse contenute nel documento d’impeachmet contro Basescu che avrebbe “violato la separazione dei poteri e l’indipendenza della giustizia” e “creato la crisi nei rapporti fra presidenza e le principali autorità pubbliche del Paese”. Inoltre, il premier accusa il presidente di non aver “rispettato i diritti e le libertà dei cittadini romeni.
Entro una settimana la mozione contro il presidente verrà sottoposta al voto del Parlamento e nel caso venisse approvata entro trenta giorni si dovrebbe indire un referedum la sua destituzione.
La decisione del governo romeno causa diverse preoccupazioni sia nell’Ue che negli Usa. L’ambasciatore statunitense a Bucarest ha fatto sapere di essere “profondamente preoccupato da ogni tentativo che minaccia l’indipendenza delle istituzioni democratiche”. Anche il commissario europeo alla giustizia Viviane Reding, si è detta “seriamente preoccupata”.
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