Sono ripresi questa mattina presto dopo poche ore di tregua i bombardamenti dell’esercito siriano su alcuni dei quartieri della capitale in cui hanno trovato rifugio elementi dell’opposizione armata dell’Esercito libero siriano.
Misna - Lo riferiscono fonti locali secondo cui durante tutta la giornata di ieri i quartieri di Mezzeh e Barzeh a Damasco sono stati bersaglio del più massiccio bombardamento verificatosi sulla città dall’inizio del confronto. Almeno una ventina di corpi di miliziani sono rimasti sull’asfalto, secondo le informazioni riferite da residenti a Mezzeh e da esponenti di opposizione
. Non è chiaro tuttavia se le vittime siano state fucilate, perché sospettate di aver fornito auto ai ribelli come sostiene l’opposizione, o se siano rimaste uccise in scontri armati.
Combattimenti e violenze si sono succeduti nelle ultime ore anche ad Aleppo, seconda città del paese, soprattutto nel quartiere commerciale di Salahaddin, su cui le truppe regolari hanno ripreso il controllo. Ma le violenze non si limitano alle principali città e anche nell’est a Deir ez Zor come a Homs –fucina della contestazione al governo – miliziani e soldati si sono dati battaglia a più riprese.
Da Doha, dove si è riunita nel fine settimana la Lega Araba, è arrivata la richiesta che il presidente Bashar al Assad rinunci rapidamente al potere in cambio di un’uscita “sicura” dal paese. Lo ha annunciato il primo ministro del Qatar, lo sceicco Hamad bin Jassim Al Thani per cui “è venuto il momento per Assad di prendere una decisione coraggiosa e fermare il bagno di sangue nel paese”. Questa, ha aggiunto il primo ministro evocando per la prima volta l’ipotesi di un governo di transizione in Siria “è l’unica soluzione percorribile”.
Intanto nel paese prosegue la guerra ‘delle frontiere’: le forze governative hanno ripreso il controllo di uno dei due posti di confine con l’Iraq di cui i ribelli si erano impadroniti a Rabiha mentre ne hanno conquistato un terzo, quello di Bab al Salam, lungo il confine con la Turchia. Fonti della sicurezza in Giordania hanno riferito di avere arrestato 13 miliziani salafiti che volevano entrare in Siria per unirsi ad un gruppo jihadista e combattere contro il regime.
Inoltre prosegue senza sosta l’esodo di intere famiglie di sfollati che cercano oltre confine, in Libano, come in Turchia o in Giordania, riparo dall’insicurezza crescente.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.