“Fino a un mese fa era un’altra Damasco, adesso si respira un’aria pesante, la gente rincasa presto, in alcuni quartieri anche di giorno si preferisce rimanere a casa. A maggior ragione però, la comunità internazionale deve continuare i negoziati perché parli con una sola voce evitando di lasciare quegli spazi utilizzati di volta in volta per proseguire con le violenze. E’ il momento di far contare i fatti”.
Misna - Raggiunto dalla MISNA, monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, racconta di una città che non è più quell’oasi relativamente tranquilla che era fino a qualche tempo fa, ma concede altre chance all’iniziativa condotta dall’inviato in Siria di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, oggi a Mosca. “Annan e il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, stanno spingendo perché la comunità internazionale raggiunga una posizione comune rispetto alle vicende siriane – aggiunge monsignor Zenari – e fino a quando questo non avverrà sarà molto più difficile trovare una soluzione politica per uscire dalla crisi e mettere fine alle violenze. Il timore, molto concreto, è che le violenze siano a loro volta connotate da elementi settari, un fatto che avrebbe conseguenze pesanti”.
Altre fonti raggiunte dalla MISNA a Damasco, riferiscono che almeno per il momento in città non manca nulla e che i combattimenti più cruenti si sono avuti probabilmente domenica, nella periferia meridionale di Damasco. “Era possibile udire colpi di artiglieria e c’era un elicottero in volo” dicono le fonti che preferiscono mantenere l’anonimato. Adesso la situazione sembra tranquilla, ma chiunque prende le opportune precauzioni e la notte la città si ferma”.
C’è attesa intanto per l’esito del viaggio di Annan a Mosca. Dopo aver incontrato ieri il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, l’ex segretario generale sarà ricevuto oggi dal presidente Vladimir Putin. A guardare verso la capitale russa sono i paesi del blocco anti-Assad, alcuni dei quali favorevoli a un intervento armato a sostegno dell’opposizione armata.
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