mercoledì, luglio 25, 2012
“Stiamo fornendo acqua, generi alimentari, materassi ma la gente ha bisogno in questo momento soprattutto di sicurezza”: Cecilia Goin, portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha da poco lasciato Damasco per Beirut.

Misna - “Un viaggio abbastanza tranquillo – dice – rallentato dal traffico in ingresso verso il Libano. La situazione a Damasco negli ultimi giorni è relativamente migliorata, ma posso parlare di Rawda, il quartiere residenziale in cui hanno sede gli uffici della nostra organizzazione, non so come stia andando nei quartieri di periferia dove più furiosi erano i combattimenti”. Secondo le notizie diffuse dai media di Stato e indirettamente confermate dall’opposizione armata, le truppe governative hanno ripreso il controllo di quasi tutta la città. A testimoniare della brutalità degli ultimi eventi sono le migliaia di sfollati che hanno trovato rifugio presso amici e parenti, o nelle quattro scuole trasformate in centri di accoglienza temporanea per 3300 persone.

Adesso è Aleppo a fare da scenario a nuovi e accesi scontri. Fonti della MISNA raggiunte in città riferiscono di combattimenti nei quartieri di periferia e di una situazione ancora relativamente tranquilla al centro. “Sentiamo i colpi di arma da fuoco e le esplosioni, vediamo gli elicotteri governativi ronzare sui cieli di Aleppo e cerchiamo di assistere gli sfollati” dicono le fonti missionarie della MISNA.

Il governo siriano, secondo l’opposizione, sta inviando rinforzi militari verso Aleppo e deve intanto fare i conti con una nuova defezione di rango. Le em,ittenti televisive Al Jazeera e Al Arabiya riferiscono che a lasciare il presidente Bashar Al Assad è stata questa volta la rappresentante diplomatica di Damasco a Cipro, Lamia Al Hariri. Una defezione significativa, se confermata, dal momento che Al Hariri è nipote del vicepresidente siriano Faruk Al Sharaa.

Intanto, cresce il numero dei rifugiati oltreconfine. Gli ultimi dati dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur) indicano un totale di 118.204 siriani registrati nei paesi confinanti. E’ un numero molto più basso di quello reale: molti rifugiati, in particolare in Giordania, attendono di essere registrati o stanno ricevendo assistenza nel paese attraverso altri canali; così come in Libano dove negli ultimi giorni il flusso di siriani è aumentato.

La Turchia, che secondo i dati del governo ospita 43.387 siriani, ha intanto annunciato a partire da oggi la chiusura di tutti i valichi di confine con la Siria: una misura precauzionale presa in considerazione del peggioramento della situazione, hanno detto fonti del ministero delle Dogane citate dal quotidiano Hurriyet. Con questa decisione saranno chiusi gli ultimi tre passaggi rimasti aperti finora ovvero quelli di Cilvegozu, Oncupinar e Karkamis.


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