domenica, agosto 05, 2012
Due grandi scrittori, il peruviano Mario Vargas Llosa e il cileno Jorge Edwards hanno firmato un manifesto che invita a superare antichi litigi tra i due Paesi. La Corte Internazionale dell'Aja si pronuncerà presto sulla questione

Città Nuova - Due celebri scrittori, il peruviano Mario Vargas Llosa, Nobel per la letteratura 2010, e il cileno Jorge Edwards, Premio Cervantes 1999, sono i principali firmatari di un manifesto dal titolo "Appello alla concordia", nel quale propongono una autentica riconciliazione tra i due Paesi in vista della prossima sessione della Corte Internazionale dell'Aja, che dovrà trattare l'annoso litigio per la definizione della frontiera marittima tra Cile e Perù. Questo litigio non deve "seminare zizzagna" tra i due Paesi, ha sostenuto Vargas Llosa, invitando a «non vederci come nemici». Il documento è già stato firmato da decine di personalità del mondo politico e culturale, quali il peruviano ex segretario delle Nazioni Unite Javier Perez de Cuellar o la scrittrice cilena Isabel Allende. «Tutte figure con importanti credenziali democratiche», ha sottolineato Vargas Llosa.

Il prossimo mese di dicembre è prevista la fase orale del giudizio della Corte Internazionale dell'Aja che dovrà pronunciarsi sulla definizione dei limiti maritimi dopo la richiesta formulata nel 2008 dal governo di Lima.
Il conflitto prende origine come conseguenza della Guerra del Pacifico, disputata tra Perù e Bolivia, alleati, ed il Cile. Il conflitto ebbe luogo tra il 1879 ed il 1883. La Bolivia si ritirò dalla guerra prima della sua conclusione. I trattati alla fine del conflitto assegnarono al Cile una vasta zona del Nord del Paese e sancirono definitivamente la perdita dell'accesso al mare della Bolivia. A partire dal nuovo limite di frontiera, successivamente si generò un litigio su alcune zone marittime, ricche per la pesca. Gli accordi firmati negli anni Cinquanta non poterono definire la questione, che è riemersa in varie occasioni suscitando rancori e inimicizie tra le due popolazioni che, partendo dall'antico conflitto armato, hanno spesso evidenziato pregiudizi creando barriere nei frequenti contatti, dato che in Cile esiste una importante comunità di migranti peruviani.

Sia il presidente peruviano Ollanta Umala che il suo pari cileno Sebastián Piñera hanno annunciato la volontà di rispettare la sentenza della Corte dell'Aja, prevista per la metà del prossimo anno. Per questo motivo, nel caso cileno, varie figure politiche hanno proposto che il tema non faccia parte della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del prossimo anno.
ll manifesto presentato dai due scrittori è stato ricevuto positivamente nei rispettivi Paesi e può aiutare a migliorare i rapporti tra Cile e Perú e indirettamente con la Bolivia. Infatti la questione del suo accesso al mare dipende anche dalla definizione dei limiti marittimi. Una volta risolto questo scoglio, potrà essere facilitata la richiesta di un corridio di accesso al mare con sovranità. Attualmente la Bolivia ha ricevuto la disponibilità di una zona franca alla frontiera tra Cile e Perù ma senza concessione di sovranità, il che non le permette di disporre anche di acque territoriali.

Ad ogni modo, i tre Paesi andini, in una fase di crescita economica con miglioramento della qualità di vita delle proprie popolazioni, sembrano aver superato vecchie separazioni in vista di rapporti di sempre maggiore amicizia, sia sul piano diplomatico, che culturale e sociale. L'attuale clima di apertura e di collaborazione in tutta la regione sudamericana sta creando infatti nuove e inedite condizioni: il presidente colombiano Juan Manuel Santos, ad esempio, è riuscito a sottrarre il suo Paese dall'ostracismo nel quale era stato trascinato da Alvaro Uribe, suo predecessore. Santos ha ristabilito ottimi rapporti diplomatici con il Venezuela. Perù ed Ecuador stanno superando i rancori che portarono a un breve conflitto armato tra i due Paesi nel 1995. Il ruolo pacificatore del Brasile sta ottenendo la superazione di annose questioni commerciali e crescono anche i progetti di infrastruttura civile regionale.

Alberto Barlocci

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