Recluso dal 6 settembre scorso presso il Centro di recupero di Altamira (stato amazzonico del Pará), è tornato in libertà Regivaldo Pereira Galvão, il ‘fazendeiro’ (latifondista) condannato nel 2010 a 30 anni di carcere per essere stato uno dei mandanti dell’omicidio di suor Dorothy Stang, 73 anni, la religiosa statunitense naturalizzata brasiliana assassinata ad Anapu il 12 Febbraio 2005.
Misna - Il giudice Marco Aurélio Mello, del Supremo tribunale federale (Stf), ne ha disposto il rilascio affermando che la corte del Pará che aveva stabilito la colpevolezza di Galvão – meglio conosciuto con il soprannome di Taradão – avrebbe limitato le prerogative della difesa incorrendo in irregolarità.
“Questo è uno scherzo di pessimo gusto. E’ un affronto diretto alla giustizia e alla dignità dei cittadini” ha protestato in una nota il Movimento dei contadini senza terra (Mst), al fianco dei quali si batteva ‘Irmã’ (sorella) Dorothy. Il Mst ha duramente criticato il Supremo tribunale, ricordando controverse sentenze emesse anche dallo stesso giudice a favore di persone condannate a pesanti pene carcerarie per diversi reati, dallo stupro alla malversazione di fondi.
“Il rilascio del mandante dell’omicidio, con qualsiasi pretesto, getta vergogna sul Brasile e ci rende ancora più scettici sulla correttezza dei giudici del Stf, gli stessi che ora si mostrano alla televisione nazionale nella pantomima in cui si è trasformato il processo del mensalão” ha sottolineato il Movimento: il riferimento è al cosiddetto ‘processo del secolo’ che vede al momento imputate per quello che è considerato il più grande scandalo di corruzione nella storia recente del Brasile 38 personalità ‘eccellenti’, tra ex ministri, politici di spicco e imprenditori, legati al Partito dei lavoratori (Pt) e agli schieramenti della coalizione che guida il paese da un decennio.
Suor Dorothy fu uccisa con sei colpi di pistola mentre si stava recando insieme a un collaboratore all’insediamento ‘Esperança’, dove dal 1999 lavorava a un ‘Progetto di sviluppo sostenibile’: “un’utopia” estranea agli interessi di ‘fazendeiros’ e ‘madereiros’ (commercianti di legname) per consentire a 400 famiglie di contadini indios, meticci e immigrati di vivere in un’area di 1400 chilometri quadrati nel rispetto della natura grazie ad un’agricoltura a bassa intensità e ai prodotti della foresta.
Appena qualche settimana fa, in un rapporto di 42 pagine, una Commissione speciale del Senato aveva criticato con forza l’impunità che persiste per responsabili delle violenze legate al possesso della terra, ricordando le minacce di cui era stata bersaglio suor Dorothy e l’omissione delle autorità statali e federali nel verificare le denunce sui rischi per la sua incolumità.
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