Venti anni di pace non sono bastati per una democrazia compiuta: lo sottolineano i vescovi del Mozambico, in una nota pastorale letta ieri in tutte le parrocchie del paese in vista dell’anniversario degli accordi che il 4 ottobre 1992 posero fine alla guerra civile.
Misna - “Nonostante il regime a partito unico sia finito da tempo – commenta per la MISNA monsignor Inácio Saure, missionario della Consolata e vescovo di Tete – il Frelimo continua a esercitare il monopolio del potere e a trattare le altre forze politiche alla stregua di nemici”. Nella nota, intitolata “Costruire la democrazia per preservare la pace”, si fa il punto sia sui rapporti tra i partiti che sulla loro vita interna. “Il Mozambico – scrivono i vescovi – vive il paradosso di avere partiti che affermano a parole di difendere la democrazia ma di fatto nella loro pratica interna sono autoritari”. Un test importante, sottolinea monsignor Saure, sarà il decimo congresso del Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo) in programma tra il 23 e il 28 settembre. A 50 anni dalla nascita del partito i delegati eleggeranno i nuovi vertici e potrebbero far emergere una generazione di dirigenti che non imbracciarono il fucile contro gli ex ribelli della Renamo ora all’opposizione.
Ad accrescere preoccupazioni e speranze, scrivono i vescovi, sono anche recenti scoperte di giacimenti offshore di gas naturale e petrolio. “Se non sarà gestito in modo saggio, prudente, equo e lungimirante – si legge nella nota – lo sfruttamento di queste risorse rischia di diventare un incubo”. Timori, questi, rafforzati dalle pratiche adottate dalle multinazionali con il consenso governo del Mozambico. “L’avvio dell’estrazione di carbone nella diocesi di Tete – dice monsignor Saure – non è stato un processo trasparente e ha finito per portare molte sofferenze alla popolazione”.
Misna - “Nonostante il regime a partito unico sia finito da tempo – commenta per la MISNA monsignor Inácio Saure, missionario della Consolata e vescovo di Tete – il Frelimo continua a esercitare il monopolio del potere e a trattare le altre forze politiche alla stregua di nemici”. Nella nota, intitolata “Costruire la democrazia per preservare la pace”, si fa il punto sia sui rapporti tra i partiti che sulla loro vita interna. “Il Mozambico – scrivono i vescovi – vive il paradosso di avere partiti che affermano a parole di difendere la democrazia ma di fatto nella loro pratica interna sono autoritari”. Un test importante, sottolinea monsignor Saure, sarà il decimo congresso del Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo) in programma tra il 23 e il 28 settembre. A 50 anni dalla nascita del partito i delegati eleggeranno i nuovi vertici e potrebbero far emergere una generazione di dirigenti che non imbracciarono il fucile contro gli ex ribelli della Renamo ora all’opposizione.
Ad accrescere preoccupazioni e speranze, scrivono i vescovi, sono anche recenti scoperte di giacimenti offshore di gas naturale e petrolio. “Se non sarà gestito in modo saggio, prudente, equo e lungimirante – si legge nella nota – lo sfruttamento di queste risorse rischia di diventare un incubo”. Timori, questi, rafforzati dalle pratiche adottate dalle multinazionali con il consenso governo del Mozambico. “L’avvio dell’estrazione di carbone nella diocesi di Tete – dice monsignor Saure – non è stato un processo trasparente e ha finito per portare molte sofferenze alla popolazione”.
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